mercoledì 18 aprile 2018

(Gv 6,44-51) Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.



VANGELO DI GIOVEDì 19 APRILE 2018
(Gv 6,44-51) Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».


Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA


Vieni o Santo Spirito e conducimi nella parola spezzata per noi, fa che io sappia coglierne ogni briciola e nulla vada perduto.


Gesù torna a spiegarci queste parole, torna a parlarci dellla relazione che intercorre tra lui e Dio. Anche noi facciamo parte di questa relazione, di questo progetto di Dio, che si rivela in Cristo e si realizza nel momento in cui aderiamo a voler realizzare questo incontro. Gesù è ogni giorno sull’altare e si fa per noi parola e pane.... ma noi dove siamo? Molti di noi rifiutano questo incontro, pensando che sono solo cose per illusi. Altri pur credendo “ a modo loro ”, hanno cose che li attraggono di più. Altri ancora invece , si recano all’incontro con il Signore, ma pochi sono quelli che ne escono completati, che riescono a vivere quell’incontro come qualcosa che li rende più ricchi. La distanza sta nella differenza che c’è tra la vita e la morte! Viviamo credendo che questa vita mortale sia tutto ciò che ci riguarda e tralasciamo il vero senso della nostra
vita , che è prettamente spirituale e ci fa vivere come parte di questo progetto, incollati a Gesù, consapevoli che quella parola, quel pane, ci stanno cambiando da dentro, ci fanno vivere in modo diverso. Un giorno mi dissero che se cerchiamo di piacere alla gente, difficilmente potremo piacere al Signore, ed ogni giorno mi chiedo se uscendo dalla chiesa sono ancora Chiesa o se la parte più importante l’ho lasciata dietro di me e non la rendo presente . Dio si è annullato per me, ma io che senza Dio non sono nulla, non riesco mai a rinunciare a me per appartenere a Lui.
-------------------------------
COMMENTO DI:
Rev. D. Pere MONTAGUT i Piquet
(Barcelona, Spagna)
Oggi, cantiamo al Signore da cui ci viene la gloria e il trionfo. Il Risuscitato si presenta alla sua Chiesa con quel «Io sono colui che è» che lo identifica come fonte di salvezza: «Io sono il pane della vita» (Gv 6,48). Nell’atto di ringraziamento, la comunità riunita intorno al Vivente lo riconosce amorosamente e accetta il precetto di Dio, riconosciuto ora come l’insegnamento del Padre. Cristo, immortale e glorioso, ci ricorda nuovamente che il Padre è l’autentico protagonista di tutto. Coloro che lo ascoltano e credono vivono in comunione con chi proviene da Dio, l’unico che lo ha visto, così la fede è il principio della vita eterna.
Il pane vivo è Gesù. Non è un alimento che assimiliamo in noi, bensì ci assimila. Lui ci fa avere fame di Dio, sete di ascoltare la sua Parola, che è gioia e allegria del cuore. La Eucaristia è l’anticipo della gloria celeste: «Spezziamo lo stesso pane, che è rimedio di immortalità, antidoto per non morire e per vivere per sempre in Cristo» (San Ignazio di Antiochia). La comunione con la carne del Cristo risorto ci deve abituare con tutto quello che scende dal cielo, ossia, a chiedere, a ricevere e assumere la nostra vera condizione: siamo fatti per Dio e solo Lui sazia pienamente il nostro spirito.
Però questo pane vivo non solo ci farà vivere un giorno, oltre alla morte fisica, bensì ci è dato ora «per la vita del mondo» (Gv 6,51). Il proposito del Padre, che non ci ha creato per morire, è legato alla fede e all’amore. Vuole una risposta attuale, libera e personale alla sua iniziativa. Ogni volta che mangiamo di questo pane, addentriamoci nell’amore stesso! Già non viviamo per noi stessi, già non viviamo nell’errore. Il mondo è ancora bello perché c’è chi continua ad amarlo fino all’estremo, perché esiste un Sacrificio del quale si beneficiano persino quelli che lo ignorano.

5 commenti:

  1. VERSIONE IN INGLESE DI GIOVEDì 19 APRILE 2018
    Liturgic day: Thursday 3rd of Easter
    Saints April 23rd: George, martyr
    Gospel text (Jn 6,44-51): Jesus addressed the crowd, «No one can come to me unless he is drawn by the Father who sent me; and I will raise him up on the last day. It has been written in the Prophets: They shall all be taught by God. So whoever listens and learns from the Father comes to me. For no one has seen the Father except the One who comes from God; He has seen the Father. Truly, I say to you, whoever believes has eternal life. I am the bread of life. Though your ancestors ate the manna in the desert, they died. But here you have the bread which comes from heaven so that you may eat of it and not die. I am the living bread which has come from heaven; whoever eats of this bread will live forever. The bread I shall give is my flesh and I will give it for the life of the world».
    --------------------------------------
    MY REFLECTION
    PRAYER
    Come, O Holy Spirit, and lead me in the broken word for us, let me know to grasp all crumbs and nothing to be lost.
    Jesus returns to explain these words, and tells us about the relationship between him and God. We too are part of this relationship, of this project of God, which is revealed in Christ and is realized when we adhere to this meeting.
    Jesus is every day on the altar and it is for us word and bread .... but where are we? Many of us reject this meeting, thinking they are just illusive things. Others, even though they think "in their own way", have things that attract them more.
    Still others, they go to meet with the Lord, but few are the ones who come out of the process, who can live that encounter as something that makes them richer. Distance lies in the difference between life and death!
    We live in believing that this mortal life is all that is about us and we miss the true meaning of our life, which is purely spiritual and makes us live as part of this project, glued to Jesus, aware that that word, that bread, are changing us From inside, make us live differently.
    One day they told me that if we try to please the people, we will hardly be able to please the Lord, and every day I wonder if coming out of the church are still a Church or if I have left the most important part behind me and do not make it known. God has forsaken me, but that without God I am nothing, I can never give up on me to belong to Him.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. COMMENT OFF:
      Fr. Pere MONTAGUT i Piquet
      (Barcelona, Spain)

      Today, we sing to the Lord whom we receive the glory and the triumph from. The Risen Lord presents himself to his Church with that «I am whom I am» that identifies him as a source of salvation: «I am the bread of life» (Jn 6:48). The community gathered around Him who is Alive, by way of thanks, lovingly recognizes him and accepts God's instruction, now known as the Father's teachings. Christ, immortal and glorious reminds us again that the Father is the true protagonist of everything. Those who listen and believe live in communion with Him who comes from God, with the only one who has seen him and, thus, faith is the very beginning of eternal life.
      The living bread is Jesus. It is not nourishment we assimilate for us but that assimilates us. It makes us feel hungry for God, thirsty for listening to his Word, which is, our heart's rejoicing and joy. The Eucharist is an anticipation of the heavenly glory: «We divide the bread, the medicine of immortality, the antidote we take in order not to die but to live forever in Jesus Christ» (Saint Ignatius of Antioch). Our communion with the flesh of Christ risen must get us used to all that comes down from Heaven, that is, to beg, receive and assume our true condition: we are made for God and only him can fully satisfy our hunger.
      But this living bread will not only one day make us live beyond our physical death, but we receive it now «for the life of the world» (Jn 6:51). The Father's design, who did not create us to die, is tied to love and faith. He demands a present, free and personal reply to his initiative. Each time we eat from that bread, let us go deeper into the very Love! We do not live anymore for ourselves, we do not live anymore in error. The world is precious because there is He who keeps on loving it to the end, because there is a Sacrifice out of which we all benefit, even those who ignore it.

      Elimina
  2. COMENTARIO DE:
    Rev. D. Pere MONTAGUT i Piquet
    (Barcelona, España)

    Hoy cantamos al Señor de quien nos viene la gloria y el triunfo. El Resucitado se presenta a su Iglesia con aquel «Yo soy el que soy» que lo identifica como fuente de salvación: «Yo soy el pan de la vida» (Jn 6,48). En acción de gracias, la comunidad reunida en torno al Viviente lo conoce amorosamente y acepta la instrucción de Dios, reconocida ahora como la enseñanza del Padre. Cristo, inmortal y glorioso, vuelve a recordarnos que el Padre es el auténtico protagonista de todo. Los que le escuchan y creen viven en comunión con el que viene de Dios, con el único que le ha visto y, así, la fe es comienzo de la vida eterna.
    El pan vivo es Jesús. No es un alimento que asimilemos en nosotros, sino que nos asimila a nosotros. Él nos hace tener hambre de Dios, sed de escuchar su Palabra que es gozo y alegría del corazón. La Eucaristía es anticipación de la gloria celestial: «Partimos un mismo pan, que es remedio de inmortalidad, antídoto para no morir, para vivir por siempre en Jesucristo» (San Ignacio de Antioquía). La comunión con la carne del Cristo resucitado nos ha de acostumbrar a todo aquello que baja del cielo, es decir, a pedir, a recibir y asumir nuestra verdadera condición: estamos hechos para Dios y sólo Él sacia plenamente nuestro espíritu.
    Pero este pan vivo no sólo nos hará vivir un día más allá de la muerte física, sino que nos es dado ahora «por la vida del mundo» (Jn 6,51). El designio del Padre, que no nos ha creado para morir, está ligado a la fe y al amor. Quiere una respuesta actual, libre y personal, a su iniciativa. Cada vez que comamos de este pan, ¡adentrémonos en el Amor mismo! Ya no vivimos para nosotros mismos, ya no vivimos en el error. El mundo todavía es precioso porque hay quien continúa amándolo hasta el extremo, porque hay un Sacrificio del cual se benefician hasta los que lo ignoran.

    RispondiElimina
  3. VERSIONE IN FRANCESE GIOVEDI 19 APRILE 2018.

    Jour liturgique : Temps de Pâques - 3e Semaine: Jeudi

    Texte de l'Évangile (Jn 6,44-51): «Personne ne peut venir à moi, si le Père qui m'a envoyé ne l'attire vers moi, et moi, je le ressusciterai au dernier jour. Il est écrit dans les prophètes: Ils seront tous instruits par Dieu lui-même. Tout homme qui écoute les enseignements du Père vient à moi. Certes, personne n'a jamais vu le Père, sinon celui qui vient de Dieu: celui-là seul a vu le Père. Amen, amen, je vous le dis: celui qui croit en moi a la vie éternelle. Moi, je suis le pain de la vie. Au désert, vos pères ont mangé la manne, et ils sont morts; mais ce pain-là, qui descend du ciel, celui qui en mange ne mourra pas. Moi, je suis le pain vivant, qui est descendu du ciel: si quelqu'un mange de ce pain, il vivra éternellement. Le pain que je donnerai, c'est ma chair, donnée pour que le monde ait la vie».

    REFLEXION DE LELLA

    PRIERE: Viens o Saint Esprit et mène-moi dans la Parole rompu pour nous, fait que je sache en cueillir chaque miette et que rien ne soit perdu.

    - Jésus revient pour nous expliquer ces Paroles, il revient pour nous parler de lla relation qu'il existe entre lui et Dieu. Nous aussi nous faisons partie de cette relation, de ce projet de Dieu, qui se révèle en Christ et se réalise au moment dans lequel nous adhérons à vouloir réaliser cette rencontre. Jésus est chaque jour sur l'autel et il se fait pour nous Parole et pain.... mais nous où nous sommes? Beaucoup d'entre nous refusent cette rencontre. D'autres aussi en croyant " à leur manière ", ont des choses qui les attirent plus. Par contre d'autre encore ne se rendent à la rencontre avec le Seigneur, mais peu sont ceux qui en sortent complété, qui réussissent à vivre cette rencontre comme quelque chose qui les rend plus riches. La distance reste dans la différence qu'il y a entre la vie et la mort! Nous vivons en croyant que cette vie mortelle soit tout ce qui nous concerne et nous omettons le vrai sens de notre vie, qui est typiquement spirituel et il nous fait vivre comme une partie de ce projet, collé à Jésus, conscients que cette Parole, ce pain sont en train de nous changer de l'intérieur et nous font vivre de manière différente. Un jour ils me dirent que si nous cherchons a plaire aux gens, nous pourrons difficilement plaire au Seigneur, et chaque jour je me demande si en sortant de l'église je suis encore Église ou si la partie la plus importante de moi je l'ai laissée derrière moi et je ne la rends pas présente. Dieu s'est annulé pour moi mais moi qui sans Dieu ne suis rien, je ne réussis jamais à renoncer à moi pour Lui appartenir.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Commentaire de l'Abbé Pere MONTAGUT i Piquet
      (Barcelona, Espagne)

      Aujourd'hui nous louons le Seigneur de qui nous viennent la gloire et le triomphe. Le Ressuscité se présente à son Église avec ce «Je suis celui qui suis» qui le désigne comme la source de salut: «je suis le pain de la vie» (Jn 6,48). En action des grâces, la communauté constituée autour du Vivant le connaît amoureusement et accepte l'instruction de Dieu, reconnue maintenant comme l'enseignement du Père.

      Le Christ, immortel et glorieux, revient nous rappeler que c'est le Père qui est au centre de tout. Ceux qui l'écoutent et y croient vivent en communion avec celui qui vient de Dieu, avec le seul qui l'a vu. Ainsi, la foi est-elle le début de la vie éternelle. Le pain vivant c'est Jésus. Ce n'est pas d'une nourriture que nous assimilons; c'est elle qui nous assimile. Jésus nous donne faim de Dieu, soif d'entendre sa Parole qui est joie et allégresse du coeur. L'Eucharistie est l'anticipation de la gloire célestielle: «Rompant le même pain eucharistique, qui est remède d'immortalité, antidote pour ne pas mourir, mais pour vivre toujours en Jésus-Christ» (Saint Ignace d'Antioche).

      La communion avec la chair du Christ ressuscité doit nous habituer à tout ce qui descend du ciel, c'est à dire, à demander, à recevoir et à assumer notre véritable condition: nous sommes faits pour Dieu et Lui seul soulage pleinement notre esprit.

      Mais ce pain vivant, ne nous fera pas seulement vivre un jour au delà de notre mort physique, mais il nous est donné dès à présent «pour que le monde ait la vie» (Jn 6,51). Le dessein du Père, qui ne nous a pas créés pour mourir, est lié à la foi et à l’amour. Il veut une réponse à son initiative qui soit actuelle, libre et personnelle. Chaque fois que nous mangeons de ce pain, engageons-nous dans l'Amour vrai! Nous ne vivons plus pour nous-mêmes, nous ne vivons plus dans l'erreur. Notre monde est encore beau, car il y en Un qui continue de l'aimer à l'extrême, car il existe un Sacrifice qui profite même à ceux qui l'ignorent.

      Elimina