giovedì 12 aprile 2018

(Gv 6,1-15) Gesù distribuì i pani a quelli che erano seduti, quanto ne volevano.


VANGELO DI VENERDì 13 APRILE 2018
(Gv 6,1-15) Gesù distribuì i pani a quelli che erano seduti, quanto ne volevano.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.


Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, ad accendere la luce della mente, ad aprire le orecchie al verbo del Signore, a guidare il mio cuore verso la strada che lui ci ha indicato e percorso prima di noi.


Nella prima lettura, ci troviamo a vedere come anche chi dice di non credere comincia ad avere dubbi. I farisei ed i giudei, avevano già risolto il problema di chi si trascinava dietro le folle, come avevano fatto con Gesù, uccidendolo, e i loro discepoli si erano dispersi, ma stavolta era diverso, questi discepoli non si disperdevano, continuavano a predicare nel nome di Gesù, e se fossero stati veramente mandati da Dio ? Li fecero frustare e loro ne furono felici perché venivano colpiti per testimoniare come Gesù, e si sentivano conformi a lui.
Dal vangelo vediamo che cosa significa essere conformi a Gesù, vuol dire essere in comunione con i fratelli, affidare a Gesù anche la nostra materialità, i nostri bisogni fisici, condividere con gli altri, e collaborare con Gesù. Il miracolo che compie il Signore è il simbolo di come sia possibile sfamare tutti condividendo in nome dell' amore. Questa sembra che sia oggi la cosa più difficile, dire al Signore Gesù:- io ho solo questo, come posso aiutarti a sfamare il mondo intero?- Dire a Gesù: - Usami, fai Tu di me strumento delle tue mani. Dire:- Padre ho fame aiutami, ho fame di Te, abbracciami. Ho fame di giustizia, fammi essere giusto per primo; ho fame d' amore, fammi amare come tu ami i miei fratelli.-Abbiamo fame Signore, tu ci hai detto di chiedere a te ogni cosa, ci hai detto che se anche il padre che abbiamo sulla terra al posto del pane ci può dare un sasso, Tu non lo faresti mai, e noi ti crediamo Padre.
L’ amore non ha limiti, i limiti sono nell’ uomo, nel nostro modo di amare e di donarci.A volte diciamo di non aver tempo per pregare, per aiutare, per dedicarci alle opere di carità … questo ci deve far capire che siamo ancora troppo lontani dal Signore, troppo attaccati alla nostra umanità, perché Gesù, ci spinge a provare ad andare oltre i nostri limiti, oltre quello che pensiamo di poter fare, ci spinge ad essere comunione, ad essere testimoni della sua presenza nel mondo e dentro di noi.
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COMMENTO DI:

Rev. D. Llucià POU i Sabater
(Granada, Spagna)
Oggi, leggiamo il Vangelo della moltiplicazione dei pani: «Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero» (Gv 6,11). La preoccupazione degli Apostoli di fronte a tanta gente affamata, ci fa pensare in una moltitudine attuale, non affamata, ma peggio ancora: lontana da Dio, con un’”anoressia spirituale”, che impedisce loro di partecipare della Pasqua e di conoscere Gesù. Non sappiamo come arrivare a tanta gente... Aleggia nella lettura di oggi un messaggio di speranza: non importa la mancanza di mezzi, ma sì le risorse soprannaturali; cerchiamo di non essere “realisti”, ma “fiduciosi” in Dio. Così, quando Gesù domanda a Filippo dove potevano comprare pane per tutti, in realtà «diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare» (Gv 6,5-6). Il Signore spera che abbiamo fiducia in Lui.
Al contemplare questi “segni dei tempi”, non vogliamo passività (pigrizia, debolezza per mancanza di lotta...), ma speranza: il Signore per fare il miracolo, vuole la dedicazione degli Apostoli e la generosità del giovane che consegna dei pani e dei pesci. Gesù aumenta la nostra fede, obbedienza e audacia, anche se non vediamo immediatamente il frutto del lavoro, come il contadino non vede spuntare subito il germoglio dopo la semina. «Fede, dunque, senza permettere che domini lo scoraggiamento; senza fermarci in calcoli semplicemente umani. Per superare gli ostacoli, bisogna cominciare a lavorare, mettendoci completamente all’opera, in modo tale che lo stesso sforzo ci porti ad aprire nuovi sentieri» (San Giuseppemaria), che appariranno in modo insospettàbile.
Non aspettiamo il momento ideale per contribuire da parte nostra: quanto prima!, poiché Gesù ci aspetta per fare il miracolo. «Le difficoltà che presenta il panorama mondiale agli inizi del nuovo millennio ci inducono a pensare che solo un intervento dall’alto può farci sperare in un futuro meno oscuro», scrisse Giovanni Paolo II. Accompagniamo, dunque, con il Rosario la Vergine, giacché la sua intercessione si è fatta notare in tanti momenti delicati per i quali ha attraversato la storia dell’Umanità.

7 commenti:

  1. VERSIONE IN INGLESE DI VENERDì 13 APRILE 2018

    Liturgical day: Friday 2nd of Easter
    Gospel text (Jn 6,1-15): Jesus went to the other side of the Sea of Galilee, near Tiberias, and large crowds followed him because of the miraculous signs they saw when He healed the sick. So He went up into the hills and sat down there with his disciples. Now the Passover, the feast of the Jews, was at hand. Then lifting up his eyes, Jesus saw the crowds that were coming to him and said to Philip, «Where shall we buy bread so that these people may eat?». He said this to test Philip, for He himself knew what He was going to do. Philip answered him, «Two hundred silver coins would not buy enough bread for each of them to have a piece». Then one of Jesus' disciples, Andrew, Simon Peter's brother, said, «There is a boy here who has five barley loaves and two fish; but what good are these for so many?».
    Jesus said, «Make the people sit down». There was plenty of grass there so the people, about five thousand men, sat down to rest. Jesus then took the loaves, gave thanks and distributed them to those who were seated. He did the same with the fish and gave them as much as they wanted. And when they had eaten enough, he told his disciples, «Gather up the pieces left over, that nothing may be lost». So they gathered them up and filled twelve baskets with bread, that is with pieces of the five barley loaves left by those who had eaten. When the people saw this sign that Jesus had just given, they said, «This is really the Prophet, he who is to come into the world». Jesus realized that they would come and take him by force to make him king; so he fled to the hills by himself.
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    MY REFLECTION
    PRAYER
    Come, O Holy Spirit, to turn on the light of the mind, to open our ears to the word of the Lord to guide my heart to the road that he has shown us and
    covered before us.
    In the first reading, we see how even those who say they do not believe begins to have doubts.
    The Pharisees and the Jews, had already solved the problem of who is trailing behind the crowds, as they did with Jesus, killing him, and their disciples were scattered, but this time was different, these disciples were scattered, they continued to preach in the name of Jesus, and if they were really sent by God?
    They made them whipping them and they were happy because they were impressed to witness how Jesus, and felt like to him.
    From the Gospel we see what it means to be conformed to Jesus, it means to be in communion with our brothers and sisters, Jesus also entrust our materiality, our physical needs, share with others, and collaborate with Jesus.
    The miracle that fulfills the Lord is the symbol of how to feed everyone sharing in the name of 'love.
    This seems to be the hardest thing today, say to the Lord Jesus: - I have only this, how can I help to feed the whole world? -
    Say to Jesus: - Use me, do Thou Me tool of your hands.
    Say - Father help me I'm hungry, I'm hungry for you, give me a hug. I hunger for justice, let me be right first;'m hungry d 'love, let me love you as you love my brothers. -
    We are hungry Lord, you told us to ask you anything, you told us that if the father that we have on earth instead of bread can give us a stone, You would never do that, and we believe you Father.
    The love has no limits, the limits are in man, in the way we love and to give.
    Sometimes we say we have no time to pray, to help, to devote to works of charity ... this should make us understand that we are still too far from the Lord, too attached to our humanity, because Jesus urges us to try to go beyond the our limitations, beyond what we think we can do, drives us to be communion, to be witnesses of his presence in the world and within us.

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    1. COMMENT OFF:
      Fr. Llucià POU i Sabater
      (Granada, Spain)

      Today, we read in the Gospel the miracle of the multiplication of the loaves: «Then Jesus took the loaves, gave thanks, and distributed them to those who were reclining, and also as much of the fish as they wanted» (Jn 6:11). The utter devastation of the Apostles facing so many hungry people makes us think of today's crowds, not on hunger, but much worse: far away from God, with a “spiritual anorexia”, preventing any participation in Easter and the possibility to meet Jesus. We do not know how to reach so many people... In today's reading, a message of hope is fluttering: lack of means does not matter; supernatural resources do; let us not be “realistic”, but “full of trust” in God. Thus, when Jesus asks Philip where could they buy some bread for all those people «He said this to test Philip, for He himself knew what He was going to do» (Jn 6:5-6). The Lord expects us to trust Him.
      When looking at these “signs of the times”, we are not expecting passivity (laziness, languor for lack of fighting...), but hope: to make a miracle, the Lord wants the Apostles courage and dedication and the generosity of the boy who is willing to give some barley loaves and the two fish. Jesus also multiplies our faith, obedience and boldness, even though we cannot see right away the fruit of our efforts, just as the farmer cannot see the stalk already appearing after sowing. «Faith, without, however, allowing discouragement to overcome us; without being halted by merely human calculations. To surmount any obstacles, we must start by working, fully forcing our way into the task, so that our very effort brings us to open up new paths» (St. Josemaria Escriva), that will pop up unexpectedly.
      Let us not wait for the right moment to place whatever we have at our disposal: but as soon as possible!, for Jesus is awaiting us to perform the miracle. «The troubles the world scene presents at the beginning of the new millennium lead us to think that only an intercession from above may allow us to expect a less darker future», John Paul II wrote. Let us, therefore, turn to the Virgin Mary with the Rosary, for her mediation has always been felt in so many frail moments Mankind has gone throughout history.

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  2. VERSIONE IN SPAGNOLO DI VENERDì 13 APRILE 2018
    Día litúrgico: Viernes II de Pascua
    Texto del Evangelio (Jn 6,1-15): En aquel tiempo, se fue Jesús a la otra ribera del mar de Galilea, el de Tiberíades, y mucha gente le seguía porque veían las señales que realizaba en los enfermos. Subió Jesús al monte y se sentó allí en compañía de sus discípulos. Estaba próxima la Pascua, la fiesta de los judíos. Al levantar Jesús los ojos y ver que venía hacia Él mucha gente, dice a Felipe: «¿Dónde vamos a comprar panes para que coman éstos?». Se lo decía para probarle, porque Él sabía lo que iba a hacer. Felipe le contestó: «Doscientos denarios de pan no bastan para que cada uno tome un poco». Le dice uno de sus discípulos, Andrés, el hermano de Simón Pedro: «Aquí hay un muchacho que tiene cinco panes de cebada y dos peces; pero ¿qué es eso para tantos?».
    Dijo Jesús: «Haced que se recueste la gente». Había en el lugar mucha hierba. Se recostaron, pues, los hombres en número de unos cinco mil. Tomó entonces Jesús los panes y, después de dar gracias, los repartió entre los que estaban recostados y lo mismo los peces, todo lo que quisieron. Cuando se saciaron, dice a sus discípulos: «Recoged los trozos sobrantes para que nada se pierda». Los recogieron, pues, y llenaron doce canastos con los trozos de los cinco panes de cebada que sobraron a los que habían comido. Al ver la gente la señal que había realizado, decía: «Éste es verdaderamente el profeta que iba a venir al mundo». Dándose cuenta Jesús de que intentaban venir a tomarle por la fuerza para hacerle rey, huyó de nuevo al monte Él solo.
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    MI REFLEXIÓN
    ORACIÓN

    Ven, Espíritu Santo, para encender la luz de la mente, para abrir nuestros oídos a la palabra del Señor que guía mi corazón por el camino que él nos ha mostrado y el camino por delante.

    En la primera lectura, vemos cómo incluso los que dicen que no creen que empieza a tener dudas.
    Los fariseos y los judíos ya había resuelto el problema de quién va a la zaga de las multitudes, como lo hicieron con Jesús, la muerte, y sus discípulos se dispersaron, pero esto era diferente, estos discípulos fueron esparcidos, se continuó predicando en el nombre de Jesús, y si realmente fueron enviados por Dios?
    Se los hizo azotar y ellos eran felices porque estaban impresionados de ver cómo Jesús y se sentía como a él.
    Del Evangelio vemos lo que significa estar de acuerdo con Jesús, es estar en comunión con nuestros hermanos y hermanas, Jesús también confían en nuestra materialidad, nuestras necesidades físicas, compartir con los demás y colaborar con Jesús.
    El milagro que hace el Señor es un símbolo de cómo alimentar a compartir todos en el nombre del amor.
    Esta parece ser la cosa más difícil hoy en día, dicen al Señor Jesús - Yo sólo tengo esto, ¿cómo puedo ayudar a alimentar al mundo? -
    Di a Jesús: - Utilizar mí, ¿me instrumento de sus manos.
    Say - ¡Padre ayúdeme tengo hambre, tengo hambre de ti, dame un abrazo. Tengo hambre de justicia, quiero ser el primer derecho, tengo hambre amor d ', déjame amarte como te amo a mis hermanos. -
    Tenemos hambre, Señor, tú nos dijiste que te pregunte algo, nos dijo que si el padre que tenemos en la tierra en lugar de pan se nos da una piedra, ¿verdad ni nunca, y creemos que usted Padre.
    El amor no tiene límites, los límites están en el hombre, nuestra forma de amar y dar.
    A veces decimos que no tenemos tiempo para orar, para ayudar, para dedicarse a obras de caridad ... que debería darnos cuenta de que estamos todavía muy lejos del Señor, demasiado apegados a nuestra humanidad, porque Jesús nos exhorta a tratar de ir más allá de la nuestras limitaciones, más allá de lo que pensamos que podemos hacer, nos insta a ser una comunidad, a ser testigos de su presencia en el mundo y dentro de nosotros.

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    1. Rev. D. Llucià POU i Sabater
      (Granada, España)

      Hoy leemos el Evangelio de la multiplicación de los panes: «Tomó entonces Jesús los panes y, después de dar gracias, los repartió entre los que estaban recostados y lo mismo los peces, todo lo que quisieron» (Jn 6,11). El agobio de los Apóstoles ante tanta gente hambrienta nos hace pensar en una multitud actual, no hambrienta, sino peor aún: alejada de Dios, con una “anorexia espiritual”, que impide participar de la Pascua y conocer a Jesús. No sabemos cómo llegar a tanta gente... Aletea en la lectura de hoy un mensaje de esperanza: no importa la falta de medios, sino los recursos sobrenaturales; no seamos “realistas”, sino “confiados” en Dios. Así, cuando Jesús pregunta a Felipe dónde podían comprar pan para todos, en realidad «se lo decía para probarle, porque Él sabía lo que iba a hacer» (Jn 6,5-6). El Señor espera que confiemos en Él.

      Al contemplar esos “signos de los tiempos”, no queremos pasividad (pereza, languidez por falta de lucha...), sino esperanza: el Señor, para hacer el milagro, quiere la dedicación de los Apóstoles y la generosidad del joven que entrega unos panes y peces. Jesús aumenta nuestra fe, obediencia y audacia, aunque no veamos enseguida el fruto del trabajo, como el campesino no ve despuntar el tallo después de la siembra. «Fe, pues, sin permitir que nos domine el desaliento; sin pararnos en cálculos meramente humanos. Para superar los obstáculos, hay que empezar trabajando, metiéndonos de lleno en la tarea, de manera que el mismo esfuerzo nos lleve a abrir nuevas veredas» (San Josemaría), que aparecerán de modo insospechado.

      No esperemos el momento ideal para poner lo que esté de nuestra parte: ¡cuanto antes!, pues Jesús nos espera para hacer el milagro. «Las dificultades que presenta el panorama mundial en este comienzo del nuevo milenio nos inducen a pensar que sólo una intervención de lo alto puede hacer esperar un futuro menos oscuro», escribió San Juan Pablo II. Acompañemos con el Rosario a la Virgen, pues su intercesión se ha hecho notar en tantos momentos delicados por los que ha surcado la historia de la Humanidad.

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  3. VERSIONE IN FRANCESE DI VENERDI 13 APRILE 2018.

    Jour liturgique : Temps de Pâques - 2e Semaine: Vendredi

    Texte de l'Évangile (Jn 6,1-15): Après cela, Jésus passa de l'autre côté du lac de Tibériade (appelé aussi mer de Galilée). Une grande foule le suivait, parce qu'elle avait vu les signes qu'il accomplissait en guérissant les malades. Jésus gagna la montagne, et là, il s'assit avec ses disciples. C'était un peu avant la Pâque, qui est la grande fête des Juifs. Jésus leva les yeux et vit qu'une foule nombreuse venait à lui. Il dit à Philippe: «Où pourrions-nous acheter du pain pour qu'ils aient à manger?». Il disait cela pour le mettre à l'épreuve, car lui-même savait bien ce qu'il allait faire. Philippe lui répondit: «Le salaire de deux cents journées ne suffirait pas pour que chacun ait un petit morceau de pain». Un de ses disciples, André, le frère de Simon-Pierre, lui dit: «Il y a là un jeune garçon qui a cinq pains d'orge et deux poissons, mais qu'est-ce que cela pour tant de monde!». Jésus dit: «Faites-les asseoir». Il y avait beaucoup d'herbe à cet endroit. Ils s'assirent donc, au nombre d'environ cinq mille hommes. Alors Jésus prit les pains, et, après avoir rendu grâce, les leur distribua; il leur donna aussi du poisson, autant qu'ils en voulaient. Quand ils eurent mangé à leur faim, il dit à ses disciples: «Ramassez les morceaux qui restent, pour que rien ne soit perdu». Ils les ramassèrent, et ils remplirent douze paniers avec les morceaux qui restaient des cinq pains d'orge après le repas. A la vue du signe que Jésus avait accompli, les gens disaient: «C'est vraiment lui le grand Prophète, celui qui vient dans le monde». Mais Jésus savait qu'ils étaient sur le point de venir le prendre de force et faire de lui leur roi; alors de nouveau il se retira, tout seul, dans la montagne.

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    1. REFLEXION DE LELLA

      PRIERE: Viens; O Esprit Saint, pour allumer la lumière de mon esprit, pour ouvrir mes oreilles au verbe du Seigneur, pour guider mon coeur vers la voie qu'il nous a indiqués et parcouru avant nous.

      - Dans la première lecture, nous nous trouvons devant le cas de celui qui dit ne pas croire et qui commence à avoir des doutes. Les pharisiens et les Juifs avaient déjà résolu le problème de ceux qui traînaient derrière les foules, comme ils avaient fait avec Jésus, en le tuant, et que leurs disciples s'étaient dispersés, mais cette fois-ci ces disciples était différent ils ne se dispersaient pas, ils continuaient à prêcher au nom de Jésus, et si ils avaient été vraiment envoyé par Dieu? Ils les firent fouetter et eux en furent heureux parce qu'ils étaient frappés pour avoir témoigner comme Jésus, et ils se sentaient conformes à lui. De l'évangile nous voyons qu'est-ce que signifie être conformes à Jésus, cela veut dire être en communion avec les frères, confier à Jésus aussi notre matérialité, nos besoins physiques, partager avec les autres, et collaborer avec Jésus. Le miracle qu'accomplit le Seigneur est le symbole de comment est-ce possibles en partageant au nom de l'amour. Ceci semble qu'aujourd'hui ce sois la chose la plus difficile dire au Seigneur Jésus,: Moi j'ai seulement cela, comment je peux t'aider à alimenter le monde entier? Dire à Jésus: Utilise-moi, fais de moi l'instrument de tes mains. Dire: Père j'ai faim aide-moi, j'ai faim de Toi, enlace-moi. J'ai faim de justice, fais-moi être juste avant tout; j'ai faim d'amour, fais-moi aimer comme tu aime mes frères. Nous avons faim Seigneur, tu nous as dit de tout te demander, tu nous as dit que si le père que nous avons sur la terre à la place du pain peut nous donner une pierre, Toi tu ne le ferais jamais, et nous te croyons Père. L'amour n'a pas de limites, les limites sont dans l'homme, dans notre manière d'aimer et de nous donner. Parfois nous disons de ne pas avoir le temps pour prier, pour aider, pour nous dédier aux oeuvres de charité.... cela doit nous faire comprendre que nous sommes encore trop loin du Seigneur, trop attachés à notre humanité, parce que Jésus nous pousse à essayer d'aller au-delà de nos limites, au-delà de ce que nous pensons pouvoir faire, il nous pousse à être en communion à être témoins de sa présence dans le monde et en nous.

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    2. Commentaire de l'Abbé Llucià POU i Sabater
      (Granada, Espagne)

      Aujourd'hui nous lisons le récit de la multiplication des pains: «Alors Jésus prit les pains, et, après avoir rendu grâce, les leur distribua; il leur donna aussi du poisson, autant qu'ils en voulaient. Quand ils eurent mangé à leur faim» (Jn 6,11). La fatigue des apôtres devant une telle foule affamée nous fait penser à une multitude actuelle, non pas affamée physiquement, mais pire encore: affamée et éloignée de Dieu, souffrant d'une “anorexie spirituelle”, qui l'empêche de participer à la Pâque et d'apprendre à connaître Jésus. Nous ne savons pas comment nourrir une telle quantité de gens… Mais il flotte dans cette lecture un air d'espérance: peu importe le manque de nos recours ce qui est essentiel ce sont les recours surnaturels, ne soyons pas “réalistes” mais soyons “confiants” en Dieu. C'est ainsi que quand Jésus demande à Philippe où ils pourraient acheter du pain «Il disait cela pour le mettre à l'épreuve, car lui-même savait bien ce qu'il allait faire» (Jn 6,5-6). Jésus attend que nous ayons confiance en Lui.

      En contemplant ces “signes des temps”, nous ne voulons pas la passivité (paresse, langueur par manque d'énergie…), mais l'espérance: afin d'accomplir un miracle le Seigneur attend l'engagement des disciples ainsi que la générosité du jeune homme qui fait don des pains et de quelques poissons. Jésus augmente notre foi, obéissance et audace, même si nous ne voyons pas immédiatement le fruit de notre travail, comme le paysan qui ne voit pas la pousse après la semence. «Ayons donc foi, sans nous laisser dominer par le découragement, sans nous arrêter à des calculs purement humains. Pour surmonter les obstacles, il nous faut commencer à travailler, en nous mettant à l'ouvrage à fond, afin que notre effort lui-même nous amène à ouvrir de nouveaux sentiers» (Saint Josemaría), qui apparaîtront de manière insoupçonnée.

      N'attendons pas le moment idéal pour donner de notre mieux: il faut le faire immédiatement, car Jésus n'attend que notre réponse pour accomplir son miracle. «Les difficultés qui sont présentes en ce début de millénaire dans le monde moderne nous laissent penser que seule l'intervention divine peut nous donner l'espérance d'un futur moins sombre», écrivit Jean Paul II. Alors, accompagnons la Sainte Vierge avec le Rosaire, car son intercession a été évidente aux moments les plus délicats de l'histoire de l'humanité.

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