lunedì 19 marzo 2018

(Gv 8,21-30) Avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono.




VANGELO DI MARTEDì 20 MARZO 2018
(Gv 8,21-30) Avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
Parola del Signore.
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e cerca in me qualcosa che possa esprimere quello che provo nel leggere questo brano ispirato da Dio, perché io possa fedelmente descrivere senza aggiungere nulla di mio che svilisca la Tua opera evangelizzatrice.

Chi non fa esperienza di salvezza, continua a cercarla, ma Gesù, che non la nega a nessuno, viene rifiutato da coloro che vogliono continuare a vivere la loro vita senza rinunciare al peccato,e soprattutto a quello di disobbedienza.
Oggi come ieri, tutti si vogliono creare un Dio come gli fa più comodo;una chiesa come un tribunale, in cui i colpevoli possano solo essere puniti e non perdonati... ma Gesù è venuto per farci comprendere quanto tutto questo sia sbagliato.
Fu difficile capire che seguire Mosè poteva essere faticoso,ma che era stato incaricato da Dio di condurli alla salvezza.
Gli ebrei arrivarono persino a lamentarsi di essere stati liberati...a preferire la schiavitù. In questo possiamo leggere la mancanza di volontà di intraprendere un nuovo cammino di conversione, che è sicuramente più faticoso, ma porta alla conoscenza di un destino di liberazione, da ogni tipo di schiavitù, sia da quella del peccato, che da quella della perdizione.
Potremo ricadere, perché siamo fragili e le tentazioni ci saranno sempre di ostacolo, ma una volta che avremo alzato gli occhi al cielo sapremo che il nostro aiuto viene dal Signore ed a Lui ci affideremo.
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COMMENTO DI

Rev. D. Josep Mª MANRESA Lamarca
(Valldoreix, Barcelona, Spagna)


Oggi, V martedì di Quaresima, a una settimana dalla contemplazione della Passione del Signore, Lui ci invita ad osservarlo anticipatamente redimendoci dalla Croce: «Gesù Cristo è il nostro Pontefice, il Suo corpo prezioso è il nostro sacrificio che Lui offrì sull’ara della Croce per la salvezza di tutti gl uomini» (San Giovanni Fisher).
«Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo...» (Gv 8,28). Infatti, Cristo Crocifisso, -Cristo “innalzato” è il grande, definitivo segno d’amore del Padre verso l’umanità cadente. Le sue braccia aperte , distese tra il cielo e la terra, tracciano il segno incancellabile della Sua amicizia con noi uomini. Al contemplarlo così, alzato davanti al nostro sguardo peccatore, «sapremo che è Lui» (Gv 8,28), e allora, come quei giudei che l’ascoltavano, anche noi crederemo in Lui.
Solo l’amicizia di chi è familiarizzato con la Croce può offrirci la connaturalità per addentrarsi nel Cuore del Redentore. Pretendere un Vangelo senza Croce, spoglio del senso cristiano della mortificazione, o contagiato dall’ambiente pagano e naturalista che ci impedisce di capire il valore redentore della sofferenza, ci metterebbe nella terribile possibilità di ascoltare dalle labbra di Cristo: «Dopo tutto, non vale la pena di continuare a parlarci».
Che il nostro sguardo alla Croce, uno sguardo sereno e contemplativo, sia una domanda al Crocifisso che, senza suoni di parole Gli dica: «Tu, chi sei?» (Gv 8,25). Egli ci risponderà che è «il Cammino, la Verità e la Vita» (Gv 14,6), la Vite, alla quale se non siamo uniti, poveri tralci, non possiamo dare frutto, perché solo Lui ha parole di vita eterna. E così, se non crediamo che `Lui è´, moriremo per i nostri peccati. Vivremo tuttavia, e vivremo, già in questa terra, vita Celestiale, se impariamo da Lui la gioiosa certezza che il Padre è con noi, che non ci lascia soli. Così imiteremo il Figlio, facendo sempre quello che compiace al Padre.

6 commenti:

  1. VERSIONE IN SPAGNOLO DI MARTEDì 20 MARZO 2018
    Día litúrgico: Martes V de Cuaresma

    Ver 1ª Lectura y Salmo
    Texto del Evangelio (Jn 8,21-30): En aquel tiempo, Jesús dijo a los fariseos:«Yo me voy y vosotros me buscaréis, y moriréis en vuestro pecado. Adonde yo voy, vosotros no podéis ir». Los judíos se decían: «¿Es que se va a suicidar, pues dice: ‘Adonde yo voy, vosotros no podéis ir’?». El les decía: «Vosotros sois de abajo, yo soy de arriba. Vosotros sois de este mundo, yo no soy de este mundo. Ya os he dicho que moriréis en vuestros pecados, porque si no creéis que Yo Soy, moriréis en vuestros pecados».
    Entonces le decían: «¿Quién eres tú?». Jesús les respondió: «Desde el principio, lo que os estoy diciendo. Mucho podría hablar de vosotros y juzgar, pero el que me ha enviado es veraz, y lo que le he oído a Él es lo que hablo al mundo». No comprendieron que les hablaba del Padre. Les dijo, pues, Jesús: «Cuando hayáis levantado al Hijo del hombre, entonces sabréis que Yo Soy, y que no hago nada por mi propia cuenta; sino que, lo que el Padre me ha enseñado, eso es lo que hablo. Y el que me ha enviado está conmigo: no me ha dejado solo, porque yo hago siempre lo que le agrada a Él». Al hablar así, muchos creyeron en Él.
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    MI REFLEJO
    ORACIÓN
    Ven o Espíritu Santo y busca algo en mí que pueda expresar lo que siento al leer este pasaje inspirado por Dios, para poder describirlo fielmente sin agregar nada mío que pueda disminuir tu obra evangelizadora.
    Aquellos que no experimentan la salvación continúan buscándola, pero Jesús, quien no lo niega a nadie, es rechazado por aquellos que quieren continuar viviendo sus vidas sin renunciar al pecado, y sobre todo a la desobediencia.
    Hoy como ayer, todos quieren crear un Dios como lo hacen más cómodo, una iglesia como tribunal, donde los culpables solo pueden ser castigados y no perdonados ... pero Jesús vino a hacernos entender cómo todo esto está mal.
    Era difícil entender que seguir a Moisés podría ser difícil, pero que Dios le había instruido que los guiara a la salvación.
    Los judíos incluso se quejaron de que habían sido liberados ... para preferir la esclavitud. En esto podemos leer la falta de voluntad para emprender un nuevo viaje de conversión, que sin duda es más difícil, pero conduce al conocimiento de un destino de liberación, de todo tipo de esclavitud, tanto del pecado como del de la perdición.
    Retrocederemos, porque somos frágiles y las tentaciones siempre serán un obstáculo, pero una vez que hayamos elevado nuestros ojos al cielo, sabremos que nuestra ayuda proviene del Señor y le confiaremos a él.

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    1. COMENTARIO DE:

      Rev. D. Josep Mª MANRESA Lamarca
      (Valldoreix, Barcelona, España)

      Hoy, martes V de Cuaresma, a una semana de la contemplación de la Pasión del Señor, Él nos invita a mirarle anticipadamente redimiéndonos desde la Cruz: «Jesucristo es nuestro pontífice, su cuerpo precioso es nuestro sacrificio que Él ofreció en el ara de la Cruz para la salvación de todos los hombres» (San Juan Fisher).
      «Cuando hayáis levantado al Hijo del hombre...» (Jn 8,28). En efecto, Cristo Crucificado —¡Cristo “levantado”!— es el gran y definitivo signo del amor del Padre a la Humanidad caída. Sus brazos abiertos, extendidos entre el cielo y la tierra, trazan el signo indeleble de su amistad con nosotros los hombres. Al verle así, alzado ante nuestra mirada pecadora, sabremos que Él es (cf. Jn 8,28), y entonces, como aquellos judíos que le escuchaban, también nosotros creeremos en Él.
      Sólo la amistad de quien está familiarizado con la Cruz puede proporcionarnos la connaturalidad para adentrarnos en el Corazón del Redentor. Pretender un Evangelio sin Cruz, despojado del sentido cristiano de la mortificación, o contagiado del ambiente pagano y naturalista que nos impide entender el valor redentor del sufrimiento, nos colocaría en la terrible posibilidad de escuchar de los labios de Cristo: «Después de todo, ¿para qué seguir hablándoos?».
      Que nuestra mirada a la Cruz, mirada sosegada y contemplativa, sea una pregunta al Crucificado, en que sin ruido de palabras le digamos: «¿Quién eres tú?» (Jn 8,25). Él nos contestará que es «el Camino, la Verdad y la Vida» (Jn 14,6), la Vid a la que sin estar unidos nosotros, pobres sarmientos, no podemos dar fruto, porque sólo Él tiene palabras de vida eterna. Y así, si no creemos que Él es, moriremos por nuestros pecados. Viviremos, sin embargo, y viviremos ya en esta tierra vida de cielo si aprendemos de Él la gozosa certidumbre de que el Padre está con nosotros, no nos deja solos. Así imitaremos al Hijo en hacer siempre lo que al Padre le agrada.

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  2. VERSIONE IN INGLESE DI MARTEDì 20 MARZO 2018
    Liturgical day: Tuesday 5th of Lent

    View 1st Reading and Psalm
    Gospel text (Jn 8,21-30): Jesus said to the Pharisees, «I am going away, and though you look for me, you will die in your sin. Where I am going you cannot come». The Jews wondered, «Why does he say that we can't come where he is going? Will he kill him­self?». But Jesus said, «You are from below and I am from above; you are of this world and I am not of this world. That is why I told you that you will die in your sins. And you shall die in your sins unless you believe that I am He».
    They asked him, «Who are you?»; and Jesus said, «Just what I have told you from the beginning. I have much to say about you and much to condemn; but the One who sent me is truthful and everything I learned from him, I proclaim to the world». They didn't understand that Jesus was speaking to them about the Father. So Jesus said, «When you have lifted up the Son of Man, then you will know that I am He and that I do nothing of my­self, but I say just what the Father taught me. He who sent me is with me and has not left me alone; because I always do what pleases him». As Jesus spoke like this, many believed in him.

    MY REFLECTION
    PRAYER
    Come or Holy Spirit and look for something in me that can express what I feel in reading this passage inspired by God, so that I can faithfully describe it without adding anything of my own that would diminish Your evangelizing work.
    Those who do not experience salvation continue to seek it, but Jesus, who does not deny it to anyone, is rejected by those who want to continue living their lives without renouncing sin, and above all that of disobedience.
    Today like yesterday, everyone wants to create a God as it does most comfortable, a church as a court, where the guilty can only be punished and not forgiven ... but Jesus came to make us understand how all this is wrong.
    It was difficult to understand that following Moses could be hard, but that he had been instructed by God to lead them to salvation.
    The Jews even complained that they had been released ... to prefer slavery. In this we can read the lack of willingness to undertake a new journey of conversion, which is certainly more difficult, but leads to the knowledge of a destiny of liberation, from every kind of slavery, both from that of sin, and from that of perdition.
    We will fall back, because we are fragile and temptations will always be an obstacle, but once we have raised our eyes to heaven we will know that our help comes from the Lord and we will entrust him to him.

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    1. COMMENT OFF:
      Fr. Josep Mª MANRESA Lamarca
      (Valldoreix, Barcelona, Spain)

      Today, the fifth Tuesday of Lent, only one week away from the contemplation of our Lord's Passion, He invites us to look at him in anticipation while redeeming us from the Cross: «Our High Priest is Christ Jesus, his precious body is our sacrifice that He immolated on the altar of the Cross for the salvation of all people» (Saint John Fisher).
      «When you have lifted up the Son of Man» (Jn 8:28). The Crucified Christ, indeed,—“lifted up” Christ!— is the great and definite sign of the Father's love towards the fallen Humankind. His open arms, stretched out between Heaven and Earth, outline the indelible sign of His friendship with us, men. By seeing Him like this, lifted up before our sinful glance, we shall realize that He is (cf. Jn 8:28), and then, as those Jews that were listening to him, we shall also believe in Him.
      Only the friendship of He, who is fully acquainted with the Cross, may provide us with the needed connaturality to get us into the Redemptor's heart. Pretending the Gospel without the Cross, bare of any Christian sense of mortification, or infected by the pagan and naturalist ambiance which unables us to understand the redeeming suffering values, would place us in the terrible conjuncture of having to hear from Christ's lips: —After all, why should I go on speaking to you?
      That our serene and contemplative look of the Cross, be a question to the Crucified, whereby, wordless and noiseless, we tell him: «Who are you?» (Jn 8:25). And He will answer that He is «the way, the truth, and the life» (Jn 14:6), the Stock, which we, poor vine shoots, if not united to, will not be able to bear any fruit, because only him has words of eternal life. And thus, if we do not believe that He is, we shall die by our sins. However, we shall live, despite everything, and we shall already live in this world a Heavenly life, if we take from Him the joyous certitude that the Father is with us, that He will never leave us alone. Thus, we shall imitate the Son by doing always that which pleases the Father.

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  3. VERSIONE IN FRANCESE DI MARTEDI 20 MARZO 2018.

    Jour liturgique : Temps du Carême - 5e Semaine: Mardi

    Texte de l'Évangile (Jn 8,21-30): Jésus leur dit encore: «Je m'en vais; vous me chercherez, et vous mourrez dans votre péché. Là où moi je m'en vais, vous ne pouvez pas y aller». Les Juifs disaient: «Veut-il donc se suicider, puisqu'il dit: ‘Là où moi je m'en vais, vous ne pouvez pas y aller’?». Il leur répondit: «Vous, vous êtes d'en bas; moi, je suis d'en haut. Vous êtes de ce monde; moi, je ne suis pas de ce monde. C'est pourquoi je vous ai dit que vous mourrez dans vos péchés. Si, en effet, vous ne croyez pas que moi, je suis, vous mourrez dans vos péchés». Ils lui demandaient: «Qui es-tu donc?». Jésus leur répondit: «Je n'ai pas cessé de vous le dire. J'ai beaucoup à dire sur vous, et beaucoup à condamner. D'ailleurs celui qui m'a envoyé dit la vérité, et c'est de lui que j'ai entendu ce que je dis pour le monde». Ils ne comprirent pas qu'il leur parlait du Père. Jésus leur déclara: «Quand vous aurez élevé le Fils de l'homme, alors vous comprendrez que moi, je suis, et que je ne fais rien par moi-même, mais tout ce que je dis, c'est le Père qui me l'a enseigné. Celui qui m'a envoyé est avec moi; il ne m'a pas laissé seul parce que je fais toujours ce qui lui plaît». Sur ces paroles de Jésus, beaucoup crurent en lui.

    REFLEXION DE LELLA

    PRIERE: Viens o Esprit Saint et cherche quelque chose en moi qui puisse exprimer ce que je ressens en lisant ce passage inspiré par Dieu, afin que je puisse le décrire fidèlement sans rien ajouter de moi qui puisse diminuer ton travail d'évangélisation.

    - Ceux qui n'éprouvent pas le salut continuent à le chercher, mais Jésus, qui ne le nie à personne, est rejeté par ceux qui veulent continuer à vivre leur vie sans renoncer au péché, et surtout à la désobéissance. Aujourd'hui, comme hier, tout le monde veut créer un Dieu comme il leur est le plus commode; une église comme un tribunal, où le coupable peut seulement être puni et non pardonné ...mais Jésus est venu nous faire comprendre comment tout cela est faux. Il était difficile de comprendre que suivre Moïse pouvait être difficile, mais qu'il avait été instruit par Dieu de les conduire au salut. Les Juifs se sont même plaints d'avoir été libérés ... pour préférer l'esclavage. En cela, nous pouvons lire le manque de volonté d'entreprendre un nouveau chemin de conversion, qui est certainement plus fatigant, mais qui conduit à la connaissance d'un destin de libération, de toute sorte d'esclavage, que ce soit celui du péché et celui de la perdition. Nous pourrons retomber car nous sommes fragiles et les tentations seront toujours un obstacle, mais une fois que nous aurons levé les yeux au ciel, nous saurons que notre aide vient du Seigneur et que nous nos confierons à lui.

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    1. Commentaire de l'Abbé Josep Mª MANRESA Lamarca
      (Valldoreix, Barcelona, Espagne)

      «Quand vous aurez élevé le Fils de l'homme, alors vous comprendrez que moi, je suis»

      Aujourd'hui, cinquième mardi du Carême, à une semaine de la contemplation de la Passion du Seigneur, Celui-ci nous invite à le regarder lorsqu'Il nous rachète et nous libère d'abord sur la Croix: «Jésus Christ est notre pontife, son corps précieux est notre sacrifice qu'il a immolé sur l'autel de la Croix pour le salut de tous les hommes» (Saint John Fisher).

      «Quand vous aurez élevé le Fils de l'homme...» (Jn 8,28). En effet, le Christ Crucifié —le Christ “élevé”!— c'est le signe grand et définitif de l'amour du Père pour l'Humanité abattue. Ses bras ouverts entre le ciel et la terre, tracent le signe indélébile de son amitié avec nous, les hommes. En le voyant, ainsi, élevé devant notre regard pécheur, nous comprendrons que Lui, il est (cf. Jn 8,28). Et alors, comme ces juifs qui l'écoutaient, nous aussi croirons en Lui.

      Seule l'amitié de celui qui est familiarisé avec la Croix peut nous rendre connaturel l'approfondissement du Cœur du Rédempteur. Prétendre à un Évangile sans Croix, dépourvu du sentiment chrétien de la mortification, ou contaminé par le milieu païen et naturaliste qui nous empêche de comprendre la valeur rédemptrice de la souffrance, nous placerait devant la terrible éventualité d'entendre des lèvres du Christ: «Après tout, pourquoi continuer à nous parler?».

      Que notre regard vers la Croix, regard détendu et contemplative, soit une question adressée au Crucifié. Sans bruit de paroles, nous pouvons lui demander: «Qui es-tu donc?» (Jn 8,25). Il nous répondra «Moi, je suis le Chemin, la Vérité et la Vie» (Jn 14,6), la Vigne, sans laquelle, nous, pauvres sarments, ne pouvons donner de fruits, car Lui seul a les paroles de vie éternelle. Si nous ne croyons pas que Lui, il est, nous mourrons dans nos péchés. Mais nous vivrons, et vivrons déjà sur cette terre la vie du ciel, si nous apprenons de Lui la joyeuse certitude que le Père est parmi nous, et qu'Il ne nous abandonne pas. C'est ainsi que nous imiterons le Fils en faisant toujours ce qui plait au Père.

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