lunedì 29 gennaio 2018

(Mc 5,21-43) Fanciulla, io ti dico: Alzati!.







VANGELO DI MARTEDì 30 GENNAIO 2018
(Mc 5,21-43) Fanciulla, io ti dico: Alzati!.


+ Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.


Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE


PREGHIERA


O mio Santo Spirito, confortami.Con la Tua sapienza, consigliami.Con il Tuo amore, riempimi.Con la Tua luce, illuminami.Fa che ogni tua parola diventi la mia parola, per testimoniare la parola che porta luce e vita eterna in ogni cuore.


Marco in questo 5° capitolo del suo Vangelo ci ha accompagnato in questo andare e tornare di Gesù e degli apostoli da una riva all’ altra del mar Morto.
Gesù acclamato dalla folla e Gesù scacciato da chi ha altri interessi; come abbiamo visto nel vangelo di ieri, quindi possiamo vedere come l’incontro con lo stesso uomo sia accolto in maniera diversa, come nulla cambi nell’ accoglienza del figlio di Dio in base a quello che Lui offre, ma in base a quanto il cuore dell’uomo è disposto ad aprirsi.
Torna quindi sull’ altra riva con i suoi discepoli e trova la folla che lo aspetta, si accalca e lo tocca. Immaginate quante mani lo abbiano sfiorato, si siano aggrappate a Lui, ma c’è un tocco che non gli sfugge, che si distingue dagli altri: il tocco di chi l’ ha cercato con la spasmodica attesa di chi crede il Lui, di chi ha fiducia cieca, di chi vuole essere salvato e immerge con quel suo tocco tutta la sua anima in quell’ incontro.
La donna rappresenta tutte quelle persone con delle ferite interiori che cercano la guarigione, ma quelle ferite così intime, che a volte non si vedono, ci debbono far pensare a quanto possano sanguinare, quanto possano indebolire e rendere fragili, specialmente quando ci troviamo davanti ad una persona che reagisce alle cose della vita, in maniera che ci può sembrare errata.
Anche Giairo si fa presso Gesù, crede sicuramente in Lui, nei suoi poteri di guaritore, altrimenti non si esporrebbe così (lui è uno dei capi della Sinagoga) e sappiamo bene che Gesù non era accettato dalla maggior parte di loro come il Messia.Hanno appena comunicato che la figlia è morta, ma Gesù dopo aver guarito la donna si rivolge a lui e dice: «Non temere, soltanto abbi fede!».Si reca a casa sua e trova la gente che piangeva disperata, allontana tutti ed alla presenza della mamma e del papà assicurò che la piccola non era morta, ma dormiva e le ordinò di alzarsi.
La fanciulla immediatamente si alzò e si mise a camminare.
Una cosa ancora per analizzare il comportamento di Gesù, chiede all’ uomo d’avere fede e ai parenti perché si agitano e piangono, sembra quasi una domanda senza senso, la bambina è morta, ed il dolore umano sfoga nel pianto, ma è evidente che Gesù lega tra loro vari elementi, ma non si esprime operando il miracolo apertamente, come fa in altre occasioni, perché?
Lo deridevano… alcuni dei presenti, che molto probabilmente era lì a piangere a pagamento (cosa in vigore all’ epoca) e che quindi non era spinto dall’ amore per la fanciulla a quelle lacrime, non essendo effettivamente addolorato non era interessato al fatto che la ragazza si salvasse, quindi non avendo niente che gli stesse a cuore da chiedere a Gesù, si permetteva di deriderlo e di rifiutarlo. Vediamo che quello che chiede è una nuova visione della vita e della morte, un superare le idee terrene della morte come la fine di tutto, perché Gesù che dice perché piangete, non è morta, sta dormendo è colui che crede nella resurrezione. Gesù quindi fa distinzione tra chi lo prega con cuore sincero e chi no, scaccia via chi finge dolore, allontana gli ipocriti; torniamo a scoprire che nessun peccatore è allontanato da Gesù, neanche il peggiore, ma l’ipocrita si.
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Rev. D. Francesc PERARNAU i Cañellas
(Girona, Spagna)
Oggi, Il Vangelo ci presenta due miracoli di Gesù che ci esprimono la fede di due persone molto diverse tra di loro. Tanto Giairo –uno dei capi della sinagoga- come quella donna ammalata dimostrano una grande fede: Giairo è sicuro che Gesù può guarire sua figlia, mentre quella brava donna ha fiducia in che un minimo contatto con gli abiti di Gesù sarà sufficiente per liberarla da una malattia molto grave. E Gesù, perché sono persone di fede, concede loro il favore che erano andati a cercare.
Fu lei per prima a pensare di non essere degna che Gesù le dedicasse tempo, colei che non aveva il coraggio di importunare il Maestro ne quei giudei così importanti. Senza far rumore, si avvicina e, toccando il fiocco del manto di Gesù, “strappa” la sua guarigione, che avverte immediatamente nel suo corpo. Gesù, però, che sa quello che è successo, non vuole lasciarla andare senza dirigerle delle parole: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va in pace e sii guarita del tuo male» (Mc 5,34).
A Giairo, Gesù chiede una fede ancora più grande. Come già Dio aveva fatto con Abramo nell’Antico Testamento, chiederà una fede contro ogni speranza, la fede delle cose impossibili. Comunicarono a Giairo la terribile notizia che la sua figliola era appena morta. Non possiamo immaginare il grande dolore che lo invase in quel momento e forse la tentazione della disperazione. E Gesù che l’aveva ascoltato, gli dice: «Non temere, soltanto abbi fede!» (Mc 5,36). E, come quegli antichi patriarchi, credendo contro ogni speranza, vide che Gesù restituiva la vita alla sua amata figlia.
Due grandi lezioni di fede per noi. Dalle pagine del Vangelo, Giairo e la donna che soffriva di emorragie, assieme a tanti altri, ci parlano della necessità di avere una fede inalterabile. Possiamo fare nostra quella bella esclamazione evangelica: «Credo; aiuta la mia incredulità» (Mc 9,24).

9 commenti:

  1. VERSIONE IN INGLESE DI MARTEDì 30 GENNAIO 2018

    Holy Gospel of Jesus Christ according to Saint Mark 5:21-43.
    When Jesus had crossed again in the boat to the other side, a large crowd gathered around him, and he stayed close to the sea.
    One of the synagogue officials, named Jairus, came forward. Seeing him he fell at his feet
    and pleaded earnestly with him, saying, "My daughter is at the point of death. Please, come lay your hands on her that she may get well and live."
    He went off with him, and a large crowd followed him and pressed upon him.
    There was a woman afflicted with hemorrhages for twelve years.
    She had suffered greatly at the hands of many doctors and had spent all that she had. Yet she was not helped but only grew worse.
    She had heard about Jesus and came up behind him in the crowd and touched his cloak.
    She said, "If I but touch his clothes, I shall be cured."
    Immediately her flow of blood dried up. She felt in her body that she was healed of her affliction.
    Jesus, aware at once that power had gone out from him, turned around in the crowd and asked, "Who has touched my clothes?"
    But his disciples said to him, "You see how the crowd is pressing upon you, and yet you ask, 'Who touched me?'"
    And he looked around to see who had done it.
    The woman, realizing what had happened to her, approached in fear and trembling. She fell down before Jesus and told him the whole truth.
    He said to her, "Daughter, your faith has saved you. Go in peace and be cured of your affliction."
    While he was still speaking, people from the synagogue official's house arrived and said, "Your daughter has died; why trouble the teacher any longer?"
    Disregarding the message that was reported, Jesus said to the synagogue official, "Do not be afraid; just have faith."
    He did not allow anyone to accompany him inside except Peter, James, and John, the brother of James.
    When they arrived at the house of the synagogue official, he caught sight of a commotion, people weeping and wailing loudly.
    So he went in and said to them, "Why this commotion and weeping? The child is not dead but asleep."
    And they ridiculed him. Then he put them all out. He took along the child's father and mother and those who were with him and entered the room where the child was.
    He took the child by the hand and said to her, "Talitha koum," which means, "Little girl, I say to you, arise!"
    The girl, a child of twelve, arose immediately and walked around. (At that) they were utterly astounded.
    He gave strict orders that no one should know this and said that she should be given something to eat.

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    1. MY REFLECTION
      PRAYER
      O my Holy Spirit, comfort me. With Your wisdom, advise me. With your love, fill me. With your light, enlighten me. Let your every word becomes my word, to bear witness to the word that brings light and life eternal in every heart.

      Marco in this 5th chapter of his Gospel accompanied us in this go and return of Jesus and the apostles from one bank of the Dead Sea.
      Jesus cheered by the crowd and Jesus cast out by those who have other interests; as we saw in yesterday's Gospel, then we can see how the encounter with the same man to be welcomed in a different way, as nothing changes in the reception of the son of God according to what He offers, but based on what the heart of man is willing to open up.
      Back then on the other side with his disciples and the crowd is waiting for him, crowded and touches him.
      Imagine how many hands have touched it, you are clinging to him, but there is a twist that does not escape, that stands out from the others: the touch of those who have tried with the agonizing wait of those who believe in Him, to those who trust blind, who wants to be saved and plunges with his touch his whole soul into that meeting.
      She represents all those people with the inner wounds that seek healing, but those wounds so intimate, that sometimes are not seen, we must be thinking how they can bleed, they can weaken and make fragile, especially when we are faced with a person who reacts to the things of life, so that we may look wrong.
      Even Jairus do with Jesus, certainly believes in him, in his healing powers, otherwise you expose so (he is one of the leaders of the synagogue) and we know that Jesus was not accepted by most of them as the Messiah.
      They have just announced that the daughter is dead, but after Jesus healed the woman turns to him and says, "Do not be afraid, just have faith." He goes to his house and find the people weeping in despair, all away, and the presence of their mothers and fathers assured that the small was not dead, but sleeping and ordered her to get up.
      The girl immediately stood up and walked.
      One more thing to analyze the behavior of Jesus, ask the man to have faith and to relatives because they agitate and cry, it seems almost a meaningless question, the little girl is dead, and the human suffering unleashed in tears, but it is clear that Jesus ties together various elements, but is not expressed openly working the miracle, as it does on other occasions, why?
      Ridiculed him ... some of those present, that most likely was there to cry for a fee (which is in force at the time) and that therefore it was not prompted by love for the girl in those tears, not being actually grieved was not interested in the fact that the girl was saved, then having nothing that he cared to ask Jesus, was allowed to mock and reject it. Let's see what he asks for is a new vision of life and death, a overcome earthly ideas of death as the end of everything, because Jesus says that because weep, not dead, is sleeping is the one who believes in the resurrection.
      Jesus then makes a distinction between those who pray with a sincere heart and who is not, who drives away pretending pain away the hypocrites; back to discover that no sinner is turned away from Jesus, even the worst, but the hypocrite is.

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    2. COMMENT OFF:
      Fr. Francesc PERARNAU i Cañellas
      (Girona, Spain)

      Today, the Gospel presents us with two of Jesus' miracles that speak of the great faith of two entirely different persons. Whether Jairus —an official of the synagogue— or that poor ailing woman, both displayed much faith: Jairus is certain Jesus can cure his daughter, while that good old woman knows that just touching Jesus' robe will be more than enough to deliver her from her very serious bleeding. And, Jesus, because both are persons with a strong faith, grants them what they wanted.

      The woman who thought she was unworthy of Jesus' attention, who did not dare to bother neither the Master nor those influential Jews, was the first one. Noiselessly, she came up behind him and, softly touching Jesus' cloak, she “draws out” her cure, and she can feel how her body is completely healed. Jesus, who knows what has happened, does not want to let her go without saying to her: «Daughter, your faith has saved you; go in peace and be free of this illness» (Mk 5:34).

      To Jairus, Jesus is asking an even stronger faith. As God did with Abraham in the Old Testament, Jesus will ask Jairus to have faith against hope, a faith in impossible things. Jairus had been told the terrible news his little daughter had just died. We can easily imagine the deep anguish and horrible pain he must have felt in that very moment, and perhaps the temptation to despair. But Jesus, who had also heard the news, tells him: «Do not fear, just believe» (Mk 5:36). And, like those ancient patriarchs, hopelessly believing, he could see how his beloved little girl was resurrected by Jesus.

      Two great lessons in faith for us. Jairus and the woman suffering a serious bleeding, along with so many others, from the Gospel pages, speak to us of the need to have an unmovable faith. We can make ours that beautiful evangelic exclamation: «O Lord, I believe; help my unbelief» (Mk 9:24).

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  2. VERSIONE IN SPAGNOLO DI MARTEDì 30 GENNAIO 2018
    Evangelio según San Marcos 5,21-43.
    Cuando Jesús regresó en la barca a la otra orilla, una gran multitud se reunió a su alrededor, y él se quedó junto al mar.
    Entonces llegó uno de los jefes de la sinagoga, llamado Jairo, y al verlo, se arrojó a sus pies,
    rogándole con insistencia: "Mi hijita se está muriendo; ven a imponerle las manos, para que se cure y viva".
    Jesús fue con él y lo seguía una gran multitud que lo apretaba por todos lados.
    Se encontraba allí una mujer que desde hacía doce años padecía de hemorragias.
    Había sufrido mucho en manos de numerosos médicos y gastado todos sus bienes sin resultado; al contrario, cada vez estaba peor.
    Como había oído hablar de Jesús, se le acercó por detrás, entre la multitud, y tocó su manto,
    porque pensaba: "Con sólo tocar su manto quedaré curada".
    Inmediatamente cesó la hemorragia, y ella sintió en su cuerpo que estaba curada de su mal.
    Jesús se dio cuenta en seguida de la fuerza que había salido de él, se dio vuelta y, dirigiéndose a la multitud, preguntó: "¿Quién tocó mi manto?".
    Sus discípulos le dijeron: "¿Ves que la gente te aprieta por todas partes y preguntas quién te ha tocado?".
    Pero él seguía mirando a su alrededor, para ver quién había sido.
    Entonces la mujer, muy asustada y temblando, porque sabía bien lo que le había ocurrido, fue a arrojarse a sus pies y le confesó toda la verdad.
    Jesús le dijo: "Hija, tu fe te ha salvado. Vete en paz, y queda curada de tu enfermedad".
    Todavía estaba hablando, cuando llegaron unas personas de la casa del jefe de la sinagoga y le dijeron: "Tu hija ya murió; ¿para qué vas a seguir molestando al Maestro?".
    Pero Jesús, sin tener en cuenta esas palabras, dijo al jefe de la sinagoga: "No temas, basta que creas".
    Y sin permitir que nadie lo acompañara, excepto Pedro, Santiago y Juan, el hermano de Santiago,
    fue a casa del jefe de la sinagoga. Allí vio un gran alboroto, y gente que lloraba y gritaba.
    Al entrar, les dijo: "¿Por qué se alborotan y lloran? La niña no está muerta, sino que duerme".
    Y se burlaban de él. Pero Jesús hizo salir a todos, y tomando consigo al padre y a la madre de la niña, y a los que venían con él, entró donde ella estaba.
    La tomó de la mano y le dijo: "Talitá kum", que significa: "¡Niña, yo te lo ordeno, levántate".
    En seguida la niña, que ya tenía doce años, se levantó y comenzó a caminar. Ellos, entonces, se llenaron de asombro,
    y él les mandó insistentemente que nadie se enterara de lo sucedido. Después dijo que le dieran de comer.

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    1. MI REFLEXIÓN
      ORACIÓN

      ¡Oh, mi Espíritu Santo, me infundirán aliento. Con su sabiduría, consigliami. Con tu amor, me llenan. Por tu luz, me ilumine. Que cada palabra se convierte en mi palabra, para dar testimonio de la palabra que trae la luz y la vida eterna en cada corazón.

      Marque este capítulo quinto de su Evangelio nos ha acompañado en este ir y venir de Jesús y de los apóstoles de un lado al otro del Mar Muerto.
      Aclamado por la multitud y Jesús echó fuera por aquellos que tienen otros intereses, como hemos visto en el Evangelio de hoy, Jesús, entonces podemos ver cómo el encuentro con el hombre mismo se recibirán de manera diferente, ya que nada cambia en la recepción del hijo de Dios, según la Él ofrece, pero basado en lo que el corazón del hombre está dispuesto a abrirse.
      En ese entonces en el otro lado con sus discípulos y la multitud lo espera, juncos y tocarlo. Imagínese cuántas manos han tocado, se aferran a él, pero c 'es un bonito detalle que no escapa, que se distingue de las demás: el toque de los que han probado la angustiosa espera de los que creen en Él, que tiene fe ciega, que quiere ser salvado y se sumerge con su toque toda su alma en esa reunión.
      The woman represents all those people with injuries who seek inner healing, but those wounds so intimate, that sometimes you do not see, we should be thinking about how they can bleed, they can weaken and make brittle, especially when we are faced with a person who reacts to things in life, so that we may look wrong
      Incluso Jairo ver con Jesús, ciertamente cree en él, en sus poderes de curación, de lo contrario se exponen (es uno de los líderes de la sinagoga) y sabemos que Jesús no fue aceptada por la mayoría como el Mesías. Acaban de anunciar que la hija ha muerto, pero después de que Jesús sanó a la mujer se vuelve hacia él y le dice: "No tengas miedo, sólo tengan fe". Se fue a su casa y encontró a la gente llorando en desesperación, todas las distancias y la presencia de sus madres y padres aseguraron que el pequeño no estaba muerta, sino que duerme y le dijo que se levantara.
      La joven se puso de pie inmediatamente y echó a andar.
      Una cosa más para analizar el comportamiento de Jesús, le pregunta al hombre a tener fe y familiares, ya que temblar y llorar, parece casi una pregunta sin sentido, la niña está muerta, y el sufrimiento humano desató en lágrimas, pero está claro que Jesús une los diversos elementos, pero no se expresa abiertamente de trabajo del milagro, como lo hace en otras ocasiones, ¿por qué?
      Se rió de él ... algunos de los presentes, que muy probablemente estaba allí para llorar tarifa (que está en vigor en ese momento) y por lo tanto no fueron movidos por el amor a la doncella a esas lágrimas, al no ser realmente apenado no estaba interesado en el hecho de que la niña se salvó, así que no tener nada que le importaba a preguntar a Jesús, le permitió burlarse y lo rechazan.
      Vemos que lo que quiere es una nueva visión de la vida y la muerte, superar las ideas mundanas de la muerte como el fin de todo, porque Jesús dice: ¿por qué lloras, no está muerto, está dormido es alguien que cree en la resurrección. Entonces Jesús hace una distinción entre aquellos que oran con un corazón sincero y quién no, ahuyentar a los que pretenden dolor, eliminar los hipócritas, vamos a volver a descubrir que ningún pecador se ha alejado de Jesús, no lo peor, sino que es el hipócrita.

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    2. COMENTARIO DE:
      Rev. D. Francesc PERARNAU i Cañellas
      (Girona, España)

      Hoy el Evangelio nos presenta dos milagros de Jesús que nos hablan de la fe de dos personas bien distintas. Tanto Jairo —uno de los jefes de la sinagoga— como aquella mujer enferma muestran una gran fe: Jairo está seguro de que Jesús puede curar a su hija, mientras que aquella buena mujer confía en que un mínimo de contacto con la ropa de Jesús será suficiente para liberarla de una enfermedad muy grave. Y Jesús, porque son personas de fe, les concede el favor que habían ido a buscar.
      La primera fue ella, aquella que pensaba que no era digna de que Jesús le dedicara tiempo, la que no se atrevía a molestar al Maestro ni a aquellos judíos tan influyentes. Sin hacer ruido, se acerca y, tocando la borla del manto de Jesús, “arranca” su curación y ella enseguida lo nota en su cuerpo. Pero Jesús, que sabe lo que ha pasado, no la quiere dejar marchar sin dirigirle unas palabras: «Hija, tu fe te ha salvado; vete en paz y queda curada de tu enfermedad» (Mc 5,34).
      A Jairo, Jesús le pide una fe todavía más grande. Como ya Dios había hecho con Abraham en el Antiguo Testamento, pedirá una fe contra toda esperanza, la fe de las cosas imposibles. Le comunicaron a Jairo la terrible noticia de que su hijita acababa de morir. Nos podemos imaginar el gran dolor que le invadiría en aquel momento, y quizá la tentación de la desesperación. Y Jesús, que lo había oído, le dice: «No temas, solamente ten fe» (Mc 5,36). Y como aquellos patriarcas antiguos, creyendo contra toda esperanza, vio cómo Jesús devolvía la vida a su amada hija.
      Dos grandes lecciones de fe para nosotros. Desde las páginas del Evangelio, Jairo y la mujer que sufría hemorragias, juntamente con tantos otros, nos hablan de la necesidad de tener una fe inconmovible. Podemos hacer nuestra aquella bonita exclamación evangélica: «Creo, Señor, ayuda mi incredulidad» (Mc 9,24).

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  3. VERSIONE IN FRANCESE DI MARTEDI 30 GENNAIO 2018.

    Jour liturgique : Temps ordinaire - 4e Semaine: Mardi

    Texte de l'Évangile (Mc 5,21-43): Jésus regagna en barque l'autre rive, et une grande foule s'assembla autour de lui. Il était au bord du lac. Arrive un chef de synagogue, nommé Jaïre. Voyant Jésus, il tombe à ses pieds et le supplie instamment: «Ma petite fille est à toute extrémité. Viens lui imposer les mains pour qu'elle soit sauvée et qu'elle vive». Jésus partit avec lui, et la foule qui le suivait était si nombreuse qu'elle l'écrasait. Or, une femme, qui avait des pertes de sang depuis douze ans. Elle avait beaucoup souffert du traitement de nombreux médecins, et elle avait dépensé tous ses biens sans aucune amélioration; au contraire, son état avait plutôt empiré. Cette femme donc, ayant appris ce qu'on disait de Jésus, vint par derrière dans la foule et toucha son vêtement. Car elle se disait: «Si je parviens à toucher seulement son vêtement, je serai sauvée». A l'instant, l'hémorragie s'arrêta, et elle ressentit dans son corps qu'elle était guérie de son mal. Aussitôt Jésus se rendit compte qu'une force était sortie de lui. Il se retourna dans la foule, et il demandait: «Qui a touché mes vêtements?». Ses disciples lui répondaient: «Tu vois bien la foule qui t'écrase, et tu demandes: ‘Qui m'a touché?’». Mais lui regardait tout autour pour voir celle qui avait fait ce geste. Alors la femme, craintive et tremblante, sachant ce qui lui était arrivé, vint se jeter à ses pieds et lui dit toute la vérité. Mais Jésus reprit: «Ma fille, ta foi t'a sauvée. Va en paix et sois guérie de ton mal». Comme il parlait encore, des gens arrivent de la maison de Jaïre pour annoncer à celui-ci: «Ta fille vient de mourir. A quoi bon déranger encore le Maître?». Jésus, surprenant ces mots, dit au chef de la synagogue: «Ne crains pas, crois seulement». Il ne laissa personne l'accompagner, sinon Pierre, Jacques, et Jean son frère. Ils arrivent à la maison du chef de synagogue. Jésus voit l'agitation, et des gens qui pleurent et poussent de grands cris. Il entre et leur: «Pourquoi cette agitation et ces pleurs? L'enfant n'est pas morte: elle dort». Mais on se moquait de lui. Alors il met tout le monde dehors, prend avec lui le père et la mère de l'enfant, et ceux qui l'accompagnent. Puis il pénètre là où reposait la jeune fille. Il saisit la main de l'enfant, et lui dit: «Talitha koum», ce qui signifie: «Jeune fille, je te le dis, lève-toi!». Aussitôt la jeune fille se leva et se mit à marcher -elle avait douze ans. Ils en furent complètement bouleversés. Mais Jésus leur recommanda avec insistance que personne ne le sache; puis il leur dit de la faire manger.

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    1. REFLEXION DE LELLA

      PRIERE: Ô Saint Esprit conforte-moi. Avec Ton savoir, conseille-moi. Avec Ton amour, remplis-moi. Avec Ta lumière, éclaire-moi. Fait que toute tes Paroles deviennent mes Paroles, pour témoigner la Parole qui apporte la lumière et la vie éternelle en chaque coeur.

      - Marc dans le 5° chapitre de son Évangile nous a accompagnés dans cet allé retour de Jésus et des apôtres d'un bord à l'autre de la mer Morte. Jésus acclamé par la foule et Jésus chassés par ceux qui ont d'autres intérêts; comme nous avons vu dans l'évangile d'hier, donc nous pouvons voir comme la rencontre avec le même homme sois accueilli de manière différente, comme rien ne change dans l'accueil du fils de Dieu à partir de ce qu'on lui offre, mais à partir de combien le coeur de l'homme est disposé à s'ouvrir. Il revient donc sur l'autre rive avec ses disciples et il trouve la foule qui l'attend, qui se presse et le touche. Imaginées combien de mains l'ont effleuré, ou se sont agrippées à Lui, mais il y a un touché qui ne le fuit pas, qui se distingue des autres: le touché de celui qui l'a cherché avec l'attente spasmodique de quelqu'un qui le croit, et qui a une confiance aveugle, de quelqu'un qui a voulu être sauvé et plonge avec son touché toute son âme dans cette rencontre. La femme représente toutes les personnes avec des blessures qui cherchent la guérison intérieure, mais ces blessures si intimes, que, parfois, vous ne voyez pas, nous devons penser à la façon dont ils peuvent saigner, ils peuvent affaiblir et rendre fragile, surtout lorsque nous sommes confrontés à une personne qui réagit à des choses de la vie, afin que nous puissions regarder mal. Giairo se tient près de Jésus, il croit sûrement en Lui, en ses pouvoirs de guérisseur, il ne s'exposerait pas ainsi autrement, c'est un des chefs de la Synagogue, et nous savons bien que Jésus n'était pas accepté par la plus grande partie d'entre eux comme le Messie. Ils ont à peine communiqué que la fille est morte, mais Jésus après avoir guéri la femme s'adresse à lui et il dit: "Ne crains pas aie la foi seulement!."Il se rend chez lui et trouve les gens qui pleurait désespérée, il les éloigne tous et en la présence de la maman et du papa il assura que la petite n'était pas morte, mais qu'elle dormait et il lui ordonna de se levé. La fille se leva immédiatement et se mit à marcher. Une chose encore pour analyser le comportement de Jésus, il demande à l'homme d'avoir foi et les parents pourquoi ils s'agitent et pleurent, cela semble presque une question sans aucun sens, la fillette est morte, et la douleur humaine passe dans les larmes, mais c'est évident que Jésus lie en eux des éléments différents, mais il ne s'exprime pas en opérant ouvertement le miracle, comme il a fait en d'autres occasions, pourquoi ? Quelques-uns se moquaient de lui........les personnes présentes qui étaient très probablement là à pleurer ils étaient payé (chose en vigueur à l'époque) et donc ils n'étaient pas poussé par l'amour pour l'enfant, en n'étant pas effectivement peiné ils ne pleuraient pas et n'étaient pas intéressé par le fait qu'il la sauvât, donc ils se permettaient de se moquer de lui et de le réfuter. Nous voyons que ce qu'il demande est une nouvelle vision de la vie et de la mort, un dépassement des idées terrestres de la mort comme la fin de tout, parce que Jésus qui dit pourquoi vous pleurez, elle n'est pas morte, elle est en train de dormir c'est celui qui croit en la résurrection. Jésus fait donc la distinction entre celui qui le prie avec un coeur sincère ou non, il chasse ailleurs celui qui feint la douleur, il éloigne les hypocrites; revenons découvrir qu'aucun pécheur n'est éloigné par Jésus, même pas le pire mais l'hypocrite oui.

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    2. Commentaire de l'Abbé Francesc PERARNAU i Cañellas
      (Girona, Espagne)

      Aujourd'hui, l'Évangile nous présente deux miracles de Jésus qui nous parlent de la foi de deux personnes bien différentes. Aussi bien Jaïre -l'un des chefs de la synagogue- que cette femme malade font preuve d'une grande foi: Jaïre est sûr que Jésus peut guérir sa fille; la femme est certaine qu'en frôlant le vêtement de Jésus elle sera libérée d'une très grave maladie. Et Jésus, parce que ces personnes ont la foi, leur concède la grâce qu'elles étaient venues chercher. La première, ce fut elle, qui pensait qu'elle n'était pas digne que Jésus lui dédiât un instant, qui n'osait pas déranger le Maître ni ces juifs importants. Sans bruit, elle s'approche et, touchant la frange du manteau de Jésus, elle "arrache" sa guérison, ce qu'elle remarque aussitôt dans son corps. Mais Jésus, qui sait ce qui s'est passé, ne veut pas la laisser partir sans lui adresser un mot: «Ma fille, ta foi t'a sauvée. Va en paix et sois guérie de ton mal» (Mc 5,34). De Jaïre, Il demande une foi encore plus grande. Comme l'avait déjà fait Dieu avec Abraham dans l'Ancien Testament, il exige une foi contre toute espérance, la foi des choses impossibles. L'on communiqua à Jaïre la terrible nouvelle que sa petite fille venait de mourir. Nous pouvons nous imaginer la grande douleur qui dût l'envahir alors, et peut-être la tentation du désespoir. Et Jésus, qui avait entendu, lui dit: «Ne crains pas, crois seulement» (Mc 5,36). Et comme les antiques patriarches, croyant contre toute espérance, il vit comment Jésus rendait la vie à sa fille bien-aimée. Deux grandes leçons de foi pour nous. À partir des pages de l'Évangile, Jaïre et l'hémorroïsse, comme tant d'autres, nous parlent de la nécessité d'avoir une foi inébranlable. Nous pouvons faire nôtre cette belle exclamation évangélique: «Je crois, Seigneur, viens au secours de mon incrédulité» (Mc 9,24).

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