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mercoledì 4 febbraio 2015

(Mc 6,7-13) Prese a mandarli.

VANGELO 
 (Mc 6,7-13) Prese a mandarli. 
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.


Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

Vieni o Santo Spirito, tocca il mio cuore e la mia mente; imprimi in me la chiamata di Dio, e fa che continuando a vivere nell'amore dal quale sono stata generata. Fa che riesca a trasmettere la lieta notizia della salvezza anche a chi è lontano, a chi non crede ed a chi non spera. 

Come altre volte, mi trovo davanti a questa pagina di Vangelo, e anche questa volta mi lascio andare a quello che mi salta subito agli occhi.
Gesù invia... manda... e come battezzata, mi sento chiamata in causa.  Sto studiando in questi giorni un libricino che ci è stato dato dal nostro Vescovo ultimamente, (Incontriamo Gesù) che è per me, un po' come un diamante,  perchè ricorda ad ogni cristiano che la responsabilità della testimonianza  è di tutti. Spesso, nei miei interventi, ho affermato che se tante persone si allontanano dalla Chiesa, la colpa non è di Dio, nè delle regole dettate a Mosè e attuate da Gesù, ma di noi, uomini e donne, laici e pastori, che spesso, purtroppo, non siamo credibili e tanto meno coerenti.
Essere catechisti, non significa insegnare nozioni, ma esprimere queste nozioni con le  opere, con la propria coerenza, con la vita.
È anche per noi un cammino, che passa attraverso varie fasi, che incontra ostacoli, cadute, spesso catastrofiche, perchè lo scontro è sempre dietro
l' angolo.
Mi viene in mente che la vita si svolge un po' come l'incognita nelle espressioni, che è la risposta a dei dati che si incontrano per poi poterne ricavare altri. Così è la reazione che possiamo avere quando qualche ostacolo ci si presenta nel nostro cammino di fede, è molto importante che sia quella giusta.
Per questo, Gesù chiede di lasciare tutto e di prendere solo un bastone su cui appoggiarci nel nostro cammino, ossia ci chiede di non pensare di poterci poggiare su noi stessi.
La nostra forza è la sua parola, ma perchè sia convincente, perchè produca frutto, dobbiamo trasmetterla così come ci viene trasmessa, viverla perchè possa generare vita, amarla per farla amare.
Se Gesù avesse fulminato tutti coloro che gli sbarravano la strada, quale messaggio ci avrebbe trasmesso? Se a chi lo oltraggiava avesse risposto in uguale  misura, cosa avremmo recepito?
Ma Gesù ha solo e sempre amato, perdonato, aiutato, liberato da ogni forma di male; è stato maestro sia con le parole che con la sua vita, quindi quello che dobbiamo cercare di fare, per noi prima di tutto, è non scandalizzare con la nostra incoerenza, trascurando tutto quello che può essere importante agli occhi degli uomini, fama, posizione sociale o denaro e cercare di crescere in umiltà, carità e coerenza con il Vangelo che siamo chiamati a testimoniare.
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 ALTRE MIE RIFLESSIONI SU QUESTO VANGELO A  QUESTO LINK:

mercoledì 6 febbraio 2013

(Mc 6,7-13) Prese a mandarli.


VANGELO 
(Mc 6,7-13) Prese a mandarli.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

Parola del Signore
(Mc 6,7-13) Prese a mandarli

LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA
Insegnami Signore  le tue vie, fa che nel mio cammino io possa seguire te e non mi perda mai, nè cerchi di vedere la mia ombra, ma resti abbagliata solo dalla tua luce.
Ripetiamo oggi  con Marco, lo stesso avvenimento del vangelo di  (Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai. che commentai così: http://bricioledivangelo.blogspot.it/2013/01/lc-101-9-la-messe-e-abbondante-ma-sono.html  Oggi invece il Signore mi spinge verso la considerazione di alcuni verbi che vengono usati: chiamò-prese-dava-ordinò. Parlava come uno che aveva autorità, e che sapeva benissimo che la missione che dava ai suoi discepoli  non sarebbe stata facile e che molti li avrebbero rifiutati . Li spinge a superare le controversie e a non farsi fermare da chi sembra non accettare la buona notizia, ed in questo io vedo un avvertimento di Gesù, riguardo la consapevolezza di non sapere bene quali erano i poteri che lo Spirito Santo concedeva loro, sicuramente più forti di quanto loro stessi comprendevano. Ancora oggi, molti sacerdoti, commettono l' errore di cercare di puntare tutto sulle loro forze, dimenticando che la loro forza è in colui che li ha mandati.

sabato 14 luglio 2018

(Mc 6,7-13) Prese a mandarli.

VANGELO DI DOMENICA 15 LUGLIO 2018.

Giorno liturgico: XV Domenica (B) del Tempo Ordinario

Vedere Prima Lettura e Salmo Responsoriale

Testo del Vangelo (Mc 6,7-13): In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.





RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: Vieni o Santo Spirito, tocca il mio cuore e la mia mente; imprimi in me la chiamata di Dio, e fa che continuando a vivere nell'amore dal quale sono stata generata. Fa che riesca a trasmettere la lieta notizia della salvezza anche a chi è lontano, a chi non crede ed a chi non spera.

Come altre volte, mi trovo davanti a questa pagina di Vangelo, e anche questa volta mi lascio andare a quello che mi salta subito agli occhi. Gesù invia... manda... e come battezzata, mi sento chiamata in causa. Sto studiando in questi giorni un libricino che ci è stato dato dal nostro Vescovo ultimamente, (Incontriamo Gesù) che è per me, un po' come un diamante, perché ricorda ad ogni cristiano che la responsabilità della testimonianza è di tutti. Spesso, nei miei interventi, ho affermato che se tante persone si allontanano dalla Chiesa, la colpa non è di Dio, né delle regole dettate a Mosè e attuate da Gesù, ma di noi, uomini e donne, laici e pastori, che spesso, purtroppo, non siamo credibili e tanto meno coerenti. Essere catechisti, non significa insegnare nozioni, ma esprimere queste nozioni con le opere, con la propria coerenza, con la vita. È anche per noi un cammino, che passa attraverso varie fasi, che incontra ostacoli, cadute, spesso catastrofiche, perchè lo scontro è sempre dietro l' angolo. Mi viene in mente che la vita si svolge un po' come l'incognita nelle espressioni, che è la risposta a dei dati che si incontrano per poi poterne ricavare altri. Così è la reazione che possiamo avere quando qualche ostacolo ci si presenta nel nostro cammino di fede, è molto importante che sia quella giusta. Per questo, Gesù chiede di lasciare tutto e di prendere solo un bastone su cui appoggiarci nel nostro cammino, ossia ci chiede di non pensare di poterci poggiare su noi stessi. La nostra forza è la sua parola, ma perchè sia convincente, perchè produca frutto, dobbiamo trasmetterla così come ci viene trasmessa, viverla perchè possa generare vita, amarla per farla amare. Se Gesù avesse fulminato tutti coloro che gli sbarravano la strada, quale messaggio ci avrebbe trasmesso? Se a chi lo oltraggiava avesse risposto in uguale misura, cosa avremmo recepito? Ma Gesù ha solo e sempre amato, perdonato, aiutato, liberato da ogni forma di male; è stato maestro sia con le parole che con la sua vita, quindi quello che dobbiamo cercare di fare, per noi prima di tutto, è non scandalizzare con la nostra incoerenza, trascurando tutto quello che può essere importante agli occhi degli uomini, fama, posizione sociale o denaro e cercare di crescere in umiltà, carità e coerenza con il Vangelo che siamo chiamati a testimoniare.

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Comentario: Rev. D. Jordi SOTORRA i Garriga
(Sabadell, Barcelona, Spagna)

Oggi, Domenica XV (B) del Tempo Ordinario, leggiamo sul Vangelo che Gesù manda i Dodici, a due a due, a predicare. Finora hanno accompagnato il Maestro lungo i cammini della Galilea, ma ora è giunto il momento di iniziare la diffusione del Vangelo, la Buona Novella: la notizia che il nostro Padre Dio ci ama con amore infinito e che ci ha portato alla vita per renderci felici per l’intera eternità. Questa notizia è per tutti. Nessuno deve essere escluso dall'insegnamento liberatrice di Gesù. Nessuno è escluso dall'amore di Dio. E’ necessario raggiungere l’ultimo angolo del mondo. Dobbiamo proclamare la gioia della salvezza piena e universale, per mezzo di Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo per noi, è morto e risorto e attivamente presente nella Chiesa.

Dotati «con potere sugli spiriti immondi» (Mc 6,7) e con uno sfondo quasi inesistente -«E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa» (Mc 6,8)- iniziano la missione della Chiesa. L'efficacia della sua predicazione evangelica, non provenirà dunque da influenze umane o materiali, ma del potere di Dio e della sincerità, la fede e la testimonianza di vita del predicatore. «Tutto lo slancio, l'energia e la consegna dei missionari proviene dalla sorgente che è l'amore di Dio riversato nei nostri cuori con il dono dello Spirito Santo» (Giovanni Paolo II).

In questi giorni la buona notizia non è ancora raggiunta ovunque, né con l'intensità necessaria. C’è da predicare la conversione, si deve sconfiggere gli spiriti maligni.

Quelli che abbiamo ricevuto la Buona Novella, la sappiamo valorare? Siamo coscienti di essa? Siamo grati? Sentiamoci inviati, missionari, invitati a predicare con il buon esempio e, se necessario, con la parola per far che la Buona Novella non manchi a coloro che Dio ha posto sul nostro cammino.

domenica 17 aprile 2011

Mc 6,7-13 Prese a mandarli.

Vangelo
Mc 6,7-13 Prese a mandarli.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

Parola del Signore
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LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito,vieni nel mio cuore e illuminalo con la luce della sapienza divina,fa che io possa non solo capire la tua parola,ma che sia anche in grado di viverla a pieno.

Gesù sceglie i discepoli,e dopo averli istruiti su quella che sarà la loro missione,gli comunica che debbono partire,ed andare a testimoniare il vangelo .Sarà dato loro il potere di scacciare gli spiriti maligni,ma perché questo possa avvenire ,debbono essere sgombri del superfluo.Infatti se nel nostro animo c’è presunzione,interesse,diffidenza e tutto quanto c’è di più umanamente possibile,non riusciremo a fare posto a Gesù nel nostro cuore e nella nostra missione.Mangiare con gli altri,vuol dire vivere in comunione con loro,non sentirsi più in alto perché si ha fede,ne’ considerare gli altri indegni o impuri,perché ancora non hanno ancora conosciuto il Signore.
La povertà che Gesù chiede alla sua chiesa è una povertà che deve testimoniare l’appartenenza a Dio.Se siamo attaccati alle cose umane,ai beni terreni,non abbiamo tempo per la cura dell’anima,ma siamo troppo occupati a correre dietro al successo,al denaro,al piacere e al compiacersi,e questo ci svia dalla vera fede.
Essere cristiani non significa essere battezzati,ma aderire al progetto di Cristo per la salvezza dell’umanita’,significa testimoniare come i discepoli con la parola ,la vita e le opere e solo in proporzione a quanto ci affidiamo a Lui,saremo in grado di crescere ed aderire alla nostra missione.

Mc 6,7-13 Prese a mandarli.

Vangelo

Mc 6,7-13 Prese a mandarli.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

Parola del Signore
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LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito,vieni nel mio cuore e illuminalo con la luce della sapienza divina,fa che io possa non solo capire la tua parola,ma che sia anche in grado di viverla a pieno.

Gesù sceglie i discepoli,e dopo averli istruiti su quella che sarà la loro missione,gli comunica che debbono partire,ed andare a testimoniare il vangelo .Sarà dato loro il potere di scacciare gli spiriti maligni,ma perché questo possa avvenire ,debbono essere sgombri del superfluo.Infatti se nel nostro animo c’è presunzione,interesse,diffidenza e tutto quanto c’è di più umanamente possibile,non riusciremo a fare posto a Gesù nel nostro cuore e nella nostra missione.Mangiare con gli altri,vuol dire vivere in comunione con loro,non sentirsi più in alto perché si ha fede,ne’ considerare gli altri indegni o impuri,perché ancora non hanno ancora conosciuto il Signore.
La povertà che Gesù chiede alla sua chiesa è una povertà che deve testimoniare l’appartenenza a Dio.Se siamo attaccati alle cose umane,ai beni terreni,non abbiamo tempo per la cura dell’anima,ma siamo troppo occupati a correre dietro al successo,al denaro,al piacere e al compiacersi,e questo ci svia dalla vera fede.
Essere cristiani non significa essere battezzati,ma aderire al progetto di Cristo per la salvezza dell’umanita’,significa testimoniare come i discepoli con la parola ,la vita e le opere e solo in proporzione a quanto ci affidiamo a Lui,saremo in grado di crescere ed aderire alla nostra missione.

mercoledì 3 febbraio 2016

(Mc 6,7-13) Prese a mandarli.

VANGELO
(Mc 6,7-13) Prese a mandarli.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Insegnami Signore le tue vie, fa che nel mio cammino io possa seguire te e non mi perda mai, nè cerchi di vedere la mia ombra, ma resti abbagliata solo dalla tua luce.
Il Signore ci spinge verso la considerazione di alcuni verbi che vengono usati: chiamò-prese-dava-ordinò.
Parlava come uno che aveva autorità, e che sapeva benissimo che la missione che dava ai suoi discepoli non sarebbe stata facile e che molti li avrebbero rifiutati .
Li spinge a superare le controversie e a non farsi fermare da chi sembra non accettare la buona notizia, ed in questo io vedo un avvertimento di Gesù, riguardo la consapevolezza di non sapere bene quali erano i poteri che lo Spirito Santo concedeva loro, sicuramente più forti di quanto loro stessi comprendevano.
Ancora oggi, molti di noi, commettono l' errore di cercare di puntare tutto sulle proprie forze, dimenticando che la nostra forza è in colui che ci ha mandati.
Spesso, nei miei interventi, ho affermato che se tante persone si allontanano dalla Chiesa, la colpa non è di Dio, nè delle regole dettate a Mosè e attuate da Gesù, ma di noi, uomini e donne, laici e pastori, che spesso, purtroppo, non siamo credibili e tanto meno coerenti.
Essere catechisti, non significa insegnare nozioni, ma esprimere queste nozioni con le opere, con la propria coerenza, con la vita.
È anche per noi un cammino, che passa attraverso varie fasi, che incontra ostacoli, cadute, spesso catastrofiche, perchè lo scontro è sempre dietro
l' angolo.
Mi viene in mente che la vita si svolge un po' come l' incognita nelle espressioni, che è la risposta a dei dati che si incontrano per poi poterne ricavare altri. Così è la reazione che possiamo avere quando qualche ostacolo ci si presenta nel nostro cammino di fede, è molto importante che sia quella giusta.
Per questo, Gesù chiede di lasciare tutto e di prendere solo un bastone su cui appoggiarci nel nostro cammino, ossia ci chiede di non pensare di poterci poggiare su noi stessi.
La nostra forza è la sua parola, ma perchè sia convincente, perchè produca frutto, dobbiamo trasmetterla così come ci viene trasmessa, viverla perchè possa generare vita, amarla per farla amare.
Se Gesù avesse fulminato tutti coloro che gli sbarravano la strada, quale messaggio ci avrebbe trasmesso? Se a chi lo oltraggiava avesse risposto in uguale misura, cosa avremmo recepito?
Ma Gesù ha solo e sempre amato, perdonato, aiutato, liberato da ogni forma di male; è stato maestro sia con le parole che con la sua vita, quindi quello che dobbiamo cercare di fare, per noi prima di tutto, è non scandalizzare con la nostra incoerenza, trascurando tutto quello che può essere importante agli occhi degli uomini, fama, posizione sociale o denaro e cercare di crescere in umiltà, carità e coerenza con il Vangelo che siamo chiamati a testimoniare.
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mercoledì 5 febbraio 2014

(Mc 6,7-13) Prese a mandarli.

VANGELO (Mc 6,7-13)
Prese a mandarli.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami Gesù,con lo Spirito Santo,nell'amore di Dio Padre,a compiere quanto sento di fare.


Non serve essere dotti, capaci o santi per servire il Signore, Lui infatti non sceglie per sapienza, ma per obbedienza e con queste parole l'evangelista ci ricorda che quello che viene chiesto ad un discepolo, non è prendere, ma lasciare.
Il discorso forse è un po’ forte, ma anche se non preso alla lettera, il senso è molto chiaro.
Non attaccatevi a nulla di terreno, perché non vi serve ed anche per distinguervi dagli altri.

Al tempo di Gesù, c’erano diversi movimenti di religiosi: esseni, farisei, zeloti. Anche loro cercavano un nuovo modo di convivere in comunità ed avevano i loro missionari (cf. Mt 23,15 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi ).
Costoro, quando andavano in missione, erano prevenuti, portavano bastone e bisaccia per mettervi il proprio cibo perchè non si fidavano del cibo offerto che non sempre era “puro”. Al contrario degli altri missionari, i discepoli di Gesù ricevono raccomandazioni diverse che ci aiutano a capire i punti fondamentali della missione di annunciare la Buona Notizia. Gesù li invita a confidare nell’ospitalità. Perché chi va senza niente, va perché confida nella gente e pensa che sarà ricevuto.
Con questo atteggiamento loro rinnovano le leggi di esclusione, praticate dalla religione ufficiale e mostrano che avevano altri criteri di comunità, devono partecipare alla vita ed al lavoro della gente, che li accoglierà nella comunità e condividerà con loro casa e cibo. Ciò significa che devono aver fiducia nella missione e nella condivisione, spiega anche la severità della critica contro coloro che rifiutano il messaggio: scuotere la polvere dei piedi, come protesta contro di loro, perché rifiutano di aprire il cuore. Sembra che Gesù, inviti a scuotere qualcosa che i discepoli proveranno dentro di loro al momento del rifiuto. Vuole che escano da quella casa in pace, senza rancore, senza disprezzo, senza rimpianto, perché loro saranno stati portatori di relazione, di incontro, di parola di salvezza. Il rifiuto è una chiusura di possibilità, ma non dovrà mettere in discussione la loro fede, il loro aver camminato a lungo in nome di questa e la loro testimonianza. Scuoteranno, allora, la polvere della delusione da sotto le scarpe, scuoteranno la polvere dell’attaccamento e dell’ostinazione, della stanchezza per non essere riuscita a trasmettere il tesoro che portano dentro, per riprendere, poi, il cammino con speranza e per essere nuovamente pronti a creare ponti di relazione, nel nome di Gesù, Ponte di relazione tra il Padre e l’umanità. Perché Gesù non manda ognuno per conto proprio? Li manda a coppie, perché nessuno può fare verità da solo. L’andare è sempre dialogico, coniugato. Anche chi va per annunciare un parola bella e liberante come la Parola di Dio e per portare un messaggio di salvezza, non può andare da solo. Andranno in due perché per l’uno ci sarà, a fianco, sempre l’altro a ricordargli la strada, quando la smarrirà, a difenderlo dal pericolo, a ricordargli l’amore di Dio, quando non lo sentirà e a portarlo a discernimento sulla sua verità, quando sarà necessario. Il due della missione diventa, criterio, di verità. Non si fa Chiesa singolarmente.Voglio aggiungere una cosa ancora sulla missione della Chiesa,che da tutte le parti viene attaccata ed accusata di aver coperto, perchè questa è la parola che viene usata, quindi di essere stata complice degli abusi sui minori e delle storie torbide di alcuni uomini e donne del clero.
Per tanti errori ed orrori, ci sono stati anche tanti bambini salvati dall'indigenza, dalla fame, dalla solitudine e dai pericoli; oltre ai  tanti peccatori, ci sono tanti santi sacerdoti e suore, per tanti imbroglioni ed arrivisti, ci sono anche tanti sconosciuti missionari.... senza togliere nulla a chi ha sbagliato,cerchiamo di vedere anche quanti fanno ogni giorno del bene,e non cerchiamo scuse per la nostra mancanza di fede, ma anzi,riflettiamo sul fatto che satana tentando queste persone, colpisce sia loro che chi si allontana dalla chiesa per colpa loro, e con le chiacchiere lo aiutiamo.

sabato 11 luglio 2015

(Mc 6,7-13) Prese a mandarli.

VANGELO
(Mc 6,7-13) Prese a mandarli.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami Gesù,con lo Spirito Santo,nell'amore di Dio Padre,a compiere quanto sento di fare.


Non serve essere dotti, capaci o santi per servire il Signore, Lui infatti non sceglie per sapienza, ma per obbedienza e con queste parole l'evangelista ci ricorda che quello che viene chiesto ad un discepolo, non è prendere, ma lasciare.Il discorso forse è un po’ forte, ma anche se non preso alla lettera, il senso è molto chiaro.Non attaccatevi a nulla di terreno, perché non vi serve ed anche per distinguervi dagli altri.
Al tempo di Gesù, c’erano diversi movimenti di religiosi: esseni, farisei, zeloti. Anche loro cercavano un nuovo modo di convivere in comunità ed avevano i loro missionari (cf. Mt 23,15 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi ).
Costoro, quando andavano in missione, erano prevenuti, portavano bastone e bisaccia per mettervi il proprio cibo perchè non si fidavano del cibo offerto che non sempre era “puro”.
Al contrario degli altri missionari, i discepoli di Gesù ricevono raccomandazioni diverse che ci aiutano a capire i punti fondamentali della missione di annunciare la Buona Notizia. Gesù li invita a confidare nell’ospitalità. Perché chi va senza niente, va perché confida nella gente e pensa che sarà ricevuto. Con questo atteggiamento loro rinnovano le leggi di esclusione, praticate dalla religione ufficiale e mostrano che avevano altri criteri di comunità, devono partecipare alla vita ed al lavoro della gente, che li accoglierà nella comunità e condividerà con loro casa e cibo.
Ciò significa che devono aver fiducia nella missione e nella condivisione, spiega anche la severità della critica contro coloro che rifiutano il messaggio: scuotere la polvere dei piedi, come protesta contro di loro, perché rifiutano di aprire il cuore. Sembra che Gesù, inviti a scuotere qualcosa che i discepoli proveranno dentro di loro al momento del rifiuto. Vuole che escano da quella casa in pace, senza rancore, senza disprezzo, senza rimpianto, perché loro saranno stati portatori di relazione, di incontro, di parola di salvezza.
Il rifiuto è una chiusura di possibilità, ma non dovrà mettere in discussione la loro fede, il loro aver camminato a lungo in nome di questa e la loro testimonianza. Scuoteranno, allora, la polvere della delusione da sotto le scarpe, scuoteranno la polvere dell’attaccamento e dell’ostinazione, della stanchezza per non essere riuscita a trasmettere il tesoro che portano dentro, per riprendere, poi, il cammino con speranza e per essere nuovamente pronti a creare ponti di relazione, nel nome di Gesù, Ponte di relazione tra il Padre e l’umanità.
Perché Gesù non manda ognuno per conto proprio? Li manda a coppie, perché nessuno può fare verità da solo. L’andare è sempre dialogico, coniugato. Anche chi va per annunciare un parola bella e liberante come la Parola di Dio e per portare un messaggio di salvezza, non può andare da solo. Andranno in due perché per l’uno ci sarà, a fianco, sempre l’altro a ricordargli la strada, quando la smarrirà, a difenderlo dal pericolo, a ricordargli l’amore di Dio, quando non lo sentirà e a portarlo a discernimento sulla sua verità, quando sarà necessario. Il due della missione diventa, criterio, di verità. Non si fa Chiesa singolarmente.
Voglio aggiungere una cosa ancora sulla missione della Chiesa, che da tutte le parti viene attaccata ed accusata di aver coperto, perchè questa è la parola che viene usata, quindi di essere stata complice, degli abusi sui minori e delle storie torbide di alcuni uomini e donne del clero.
Per tanti errori ed orrori, ci sono stati anche tanti bambini salvati dall'indigenza, dalla fame, dalla solitudine e dai pericoli; oltre ai tanti peccatori, ci sono tanti santi sacerdoti e suore, per tanti imbroglioni ed arrivisti, ci sono anche tanti sconosciuti missionari.... senza togliere nulla a chi ha sbagliato, cerchiamo di vedere anche quanti fanno ogni giorno del bene,  e non cerchiamo scuse per la nostra mancanza di fede, ma anzi, riflettiamo sul fatto che satana tentando queste persone, colpisce sia loro che chi si allontana dalla chiesa per colpa loro, e con le chiacchiere lo aiutiamo.
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mercoledì 31 gennaio 2018

(Mc 6,7-13) Prese a mandarli.




VANGELO DI GIOVEDì 1 FEBBRAIO 2018
(Mc 6,7-13) Prese a mandarli.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
 Vieni o Santo Spirito, tocca il mio cuore e la mia mente; imprimi in me la chiamata di Dio, e fa che continuando a vivere nell'amore dal quale sono stata generata. Fa che riesca a trasmettere la lieta notizia della salvezza anche a chi è lontano, a chi non crede ed a chi non spera. 

Come altre volte, mi trovo davanti a questa pagina di Vangelo, e anche questa volta mi lascio andare a quello che mi salta subito agli occhi. Gesù invia... manda... e come battezzata, mi sento chiamata in causa. Sto studiando in questi giorni un libricino che ci è stato dato dal nostro Vescovo ultimamente, (Incontriamo Gesù) che è per me, un po' come un diamante, perché ricorda ad ogni cristiano che la responsabilità della testimonianza è di tutti. Spesso, nei miei interventi, ho affermato che se tante persone si allontanano dalla Chiesa, la colpa non è di Dio, né delle regole dettate a Mosè e attuate da Gesù, ma di noi, uomini e donne, laici e pastori, che spesso, purtroppo, non siamo credibili e tanto meno coerenti. Essere catechisti, non significa insegnare nozioni, ma esprimere queste nozioni con le opere, con la propria coerenza, con la vita. È anche per noi un cammino, che passa attraverso varie fasi, che incontra ostacoli, cadute, spesso catastrofiche, perchè lo scontro è sempre dietro l' angolo. Mi viene in mente che la vita si svolge un po' come l'incognita nelle espressioni, che è la risposta a dei dati che si incontrano per poi poterne ricavare altri. Così è la reazione che possiamo avere quando qualche ostacolo ci si presenta nel nostro cammino di fede, è molto importante che sia quella giusta. Per questo, Gesù chiede di lasciare tutto e di prendere solo un bastone su cui appoggiarci nel nostro cammino, ossia ci chiede di non pensare di poterci poggiare su noi stessi. La nostra forza è la sua parola, ma perchè sia convincente, perchè produca frutto, dobbiamo trasmetterla così come ci viene trasmessa, viverla perchè possa generare vita, amarla per farla amare. Se Gesù avesse fulminato tutti coloro che gli sbarravano la strada, quale messaggio ci avrebbe trasmesso? Se a chi lo oltraggiava avesse risposto in uguale misura, cosa avremmo recepito? Ma Gesù ha solo e sempre amato, perdonato, aiutato, liberato da ogni forma di male; è stato maestro sia con le parole che con la sua vita, quindi quello che dobbiamo cercare di fare, per noi prima di tutto, è non scandalizzare con la nostra incoerenza, trascurando tutto quello che può essere importante agli occhi degli uomini, fama, posizione sociale o denaro e cercare di crescere in umiltà, carità e coerenza con il Vangelo che siamo chiamati a testimoniare.
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Rev. D. Josep VALL i Mundó (Barcelona, Spagna)
Oggi, il Vangelo parla della prima delle missioni apostoliche. Cristo invia i dodici a predicare a curare ogni sorta di ammalati e a preparare i cammini della salvazione definitiva. Questa è la missione della Chiesa e, anche quella , di ogni cristiano. Il Concilio Vaticano II affermò che «la vocazione cristiana implica, come tale, la vocazione all’apostolato. Nessun cristiano ha una funzione passiva. Per cui, chi non cercasse la crescita del corpo sarebbe, perciò stesso, inutile per tutta la Chiesa, come per se stesso». Il mondo attuale ha bisogno –come diceva Gustavo Thibon- di un “supplemento di anima” per poterlo rigenerare. Solamente Cristo, con la Sua dottrina, è medicina per le malattie di tutto il mondo. Questo ha le sue crisi. Non si tratta soltanto di una parziale crisi morale o di valori umani: è una crisi dell’insieme; e l’espressione più precisa per definirla è quella di una “crisi dell’anima”. I cristiani, con la grazia e la dottrina di Gesù, ci troviamo in mezzo alle strutture temporali per vivificarle e dirigerle verso il Creatore: «Che il mondo, per la predicazione della Chiesa, ascoltando possa credere, credendo possa sperare e sperando possa amare» (Sant’Agostino). Il cristiano non può fuggire da questo mondo. Così, come scriveva Bernanos «Ci hai lanciato in mezzo alla massa, in mezzo alle moltitudini, come lievito; riconquisteremo palmo a palmo, l’universo che il peccato ci ha carpito; Signore, Te lo restituiremo esattamente come lo ricevemmo in quel primo mattino di tutti i tempi, in tutto il suo ordine e in tutta la sua santità». Uno dei segreti consiste nell’amare il mondo con tutta l’anima e vivere con amore la missione affidata da Cristo agli Apostoli e a tutti noi. Detto con parole di San Giuseppe Maria, «l’apostolato è amore di Dio, che trabocca, dando sé stessi agli altri (...). E l’ansia di apostolato è l’espressione precisa, adeguata e necessaria della vita interiore». Questo dev'essere il nostro testimonio giornaliero tra gli uomini e nel trascorso di tutte le epoche.