mercoledì 24 novembre 2010

Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Giovedì 25 della XXXIV

Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
VANGELO


  • Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 21,20-28.

    Ma quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia. Guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

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    la mia riflessione

    preghiera



    Vieni o Spirito Santo e non lasciarci mai,uniscici nell'amore di Dio,e insegnaci ad affidarci solo a Te.



    Sembra un annuncio di catastrofe vero?Ma andate oltre amici,quello che leggiamo è quello che è successo e risuccesso nella storia,non vuol dire che siamo alla fine dei tempi,perchè la fine dei tempi nessuno sa quando verrà e come ho spesso ripetuto ,non è importante,perchè per ognuno di noi,la fine dei tempi è la fine della nostra vita.Abbiamo solo questo di tempo,non ne avremo altri,e quindi via dai nostri occhi scenari di disperazione o paura,e facciamo posto alla visione della vittoria,che si legge chiaramente anche nell'ultima riga e che Gesù spesso ci ripete.Il bene vincerà sul male,perchè la gloria del Signore sarà un giorno visibile a tutti,e lui tornerà in tutta la sua gloria e libererà la terra dal male.

    Allora anche noi saremo liberati dalla morte,apriamo la Bibbia e leggiamo in Eb. 9:27 “ E come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola,dopo di che viene il giudizio,così anche Cristo,dopo essere stato offerto per una volta sola, per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a quelli che l’aspettano per la loro salvezza.” Ho aperto la Bibbia perché solo essa ci dice cosa avviene e non vi è altro luogo all’infuori di essa dove noi possiamo trovare una risposta all’interrogativo “ chi sono, cosa sarò, cosa diventerò, dove andrò ?”.Non sta a noi scegliere l’ora della nostra morte ma è Dio che chiama il giusto e l’ingiusto. Non fa Egli stesso piovere nello stesso tempo sul campo del buono che su quello del malvagio? Raccogliamo quindi il Suo insegnamento “Vegliate, vegliate! Non sapetene il giorno né l’ora.”. Mt.25:13- Beati gli invitati albanchetto delle nozze dell'agnello!

Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perdutoMercoledi 24 Nov. 2010

  • VANGELO (Lc 21,12-19)
    Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
    + Dal Vangelo secondo Luca

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
    Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
    Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
    Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

    Parola del Signore
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    la mia riflessione
    preghiera
    Vieni o Santo Spirito e assistici,a me che rifletto sulla parola del Signore ed a chi la legge.Fa che la Tua forza,vada a toccare le corde del cuore di ognuno di noi,per Cristo nostro Signore.Grazie amen.

    Sembra incredibile come Gesù ci chieda di seguirlo senza neanche addolcirci la pillola,non ci fa nessuna promessa di gioia e benessere materiali,ma continua a mettere in risalto le difficoltà che si incontrano nel seguirlo.La croce che aspetta Lui,aspetta anche noi, ma non ci lascia soli ad affrontare le difficoltà,sarà con noi in questa lotta e se ci affideremo a Lui ,non ne saremo delusi.
    I segni delle persecuzioni contro il popolo di Dio,ci sono sempre stati,molti sono i martiri che hanno pagato con il loro sangue la loro fede,ma questo non ci deve intimorire,perchè quella che può sembrare una morte terrena ,è solo l'inizio di una nuova vita.A queste parole di Luca,possiamo aggiungere quelle di Marco"appena l’inizio dei dolori di parto!" (Mc 13,8) che pur essendo molto dolorosi per la madre, non sono segno di morte, bensì di vita! Non sono motivo di timore, bensì di speranza!
    Impariamo a fidarci di Dio,più di quanto ci fidiamo dei nostri figli,dei nostri parenti e di ogni altro essere umano, considerando che le persecuzioni sono un'occasione per dimostrare al Signore la nostra fedeltà,infatti Gesù dice:-questo vi darà occasione di render testimonianza.-Pensiamo al povero Giobbe che fu provato fino all'inverosimile ma si mantenne fedele,perchè la persecuzione non va intesa solo come un atto di violenza,ma come un perseverare nella fede anche di fronte alle difficoltà.

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Non sarà lasciata pietra su pietra. Martedì 23 novembre della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

  • VANGELO (Lc 21,5-11)
    Non sarà lasciata pietra su pietra.
    Dal Vangelo secondo Luca
    In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
    Parola del Signore
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    LA MIA RIFLESSIONE
    PREGHIERA
    Vieni o Spirito del signore a fare nuove tutte le cose vieni e mostraci come interpretare la parola, i segni di cui il Signore ci parla, e più d’ogni altra cosa, insegnaci ad essere pronti per il giorno del giudizio.Fa che non vi preoccupiamo di salvare solo noi stessi, ma che siamo capaci come Gesù di rinunciare a noi stessi, per la salvezza dei fratelli. Grazie, amen.

    In quei tempi, in questi tempi, in ogni tempo, l'uomo cerca di capire e d’essere pronto per quel momento, per quando l'inevitabile fine della nostra vita sulla terra, si compirà.
    Ci preoccupiamo di noi, della nostra famiglia, e già ci sembra d’essere buoni e giusti se arriviamo a temere il giorno del giudizio, se ci preoccupiamo di poter essere graditi a Dio.
    Eppure non era questo che Gesù faceva, non si preoccupava di se stesso, né pregava solo per la sua famiglia, ma voleva e predicava per la salvezza di tutti i suoi fratelli, di tutti i figli di Dio.
    Spesso si sente parlare della croce da portare, ma non si comprende bene il senso di questa croce.La croce è una sofferenza che si deve riuscire a comprendere per sentire l'amore che l' ha fatta accettare a Gesù, per poterlo condividere sul serio, per arrivare a non giudicare chi fa del male, chi è in peccato, perché noi non siamo migliori di nessuno, ma viviamo solo situazioni e tempi diversi.
    E' proprio il nostro attaccamento a quello che è materiale che è sbagliato, ma fa parte del nostro essere terreni, e per uscire da questo dannato equivoco, dobbiamo capire che il tempio non è seguire gli uomini, ma seguire Cristo.
    Gesù ha lasciato che gli strappassero la vita, che lo umiliassero, lo ingiuriassero, per farci capire che neanche il suo corpo di carne doveva essere un freno all'amore che prova per noi, neanche la sofferenza più atroce gli avrebbero impedito di donarci la salvezza.Quindi il tempio che gli uomini debbono venerare è Cristo, che si fa corpo per noi nel tabernacolo, Cristo che diventa Eucaristia, e non il tempio fatto di pietra e oro, perché del tempio non rimarrà pietra su pietra, dice il Signore.Una chiesa costruita sull'apparenza, non porta la verità; una chiesa attaccata all'oro, non vive la carità; una chiesa che esercita il potere, non parla di comunione.Gli uomini che vogliono essere pastori di Cristo, e con Cristo, devono camminare nell'amore di Cristo, non di se stessi e delle loro organizzazioni. Gesù non ci ha promesso una vita facile, né ci propone di credere a chi ci parla di catastrofi, a chi si spaccerà per Lui, ci mette in guardia dal cercare i segni di un’imminente fine del mondo, ma c’invita a vivere la nostra umanità pensando che ha una fine inevitabile e che deve e può essere vissuta ,non come se fosse fine a se stessa, ma in funzione della nostra appartenenza alla famiglia di Dio e alla gioia che ci aspetta nel riunirci a Lui.

Vide una vedova povera, che gettava due monetine. Lunedi 22 Novembre 2010

Vide una vedova povera, che gettava due monetine. 
  • VANGELO (Lc 21,1-4)
    Vide una vedova povera, che gettava due monetine.
    Dal Vangelo secondo Luca
    In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».
    Parola del Signore
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    LA MIA RIFLESSIONE
    PREGHIERA
    Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il quale l' hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Con la luce della Parola, scritta nella Bibbia, Tu li aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti della tua condanna e della tua morte. Così, la croce che sembrava essere la fine di ogni speranza, è apparsa loro come sorgente di vita e di risurrezione. Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. La tua Parola ci orienti, affinché anche noi, come i due discepoli di Emmaus, possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Questo noi chiediamo a Te, Gesù, figlio di Maria, che ci hai rivelato il Padre e inviato lo Spirito. Amen.

    Gli occhi di Gesù si posano su una vedova che timidamente entra nel tempio e fa la sua offerta, frettolosamente, mestamente, come chi sa che sta dando poco al Signore, ma che può dare solo quello, perché non ha altro.
    Non voglio soffermarmi con voi a riflettere su chi da di più, su chi non da mai abbastanza, ma voglio essere con voi la povera vedova che non sa neanche come arriverà alla fine della giornata, ma mette tutto quello che è a disposizione di Dio.
    Non sappiamo cosa è scritto nel libro della vita per noi.Noi a volte ci sentiamo miseri di tutto, senza nessuna possibilità, senza nulla da poter donare...ma non è così, non lo è mai.
    In ognuno di noi c'è un miracolo vivente, che può trasformarsi in grazia per un altro fratello. A volte basta un sorriso, una carezza, un orecchio prestato all'ascolto, una mano a portare la busta della spesa, un passaggio in auto...mille piccole cose che possono rompere il muro della solitudine di tante persone.
    Siamo qui, su internet e mai come in questo network, troviamo delle persone che hanno bisogno di non sentirsi sole, chi per un motivo chi per l'altro, e che trovano qui un po' di compagnia.
    La povera vedova rappresenta la parte debole di una società che spesso emargina chi è meno fortunato, e noi sappiamo che c'è anche chi vive proprio fuori dei margini, c'è chi ha fame, quella vera, quella che per la quale un pugno di riso rappresenta la sopravvivenza, ma noi siamo distratti da un altro tipo di mondo, quello sfavillante delle luci e degli addobbi che si prepara al Natale, siamo attirati dalle vetrine piene di bell'abbigliamento e di regali e se vediamo un barbone coperto di stracci, volgiamo lo sguardo altrove.
    Come siamo poveri Signore mio,abbiamo un animo arido ed impregnato del nostro egoismo,posa il tuo sguardo su di noi e trasforma il nostro piccolo cuore di pietra in un cuore di carne per imparare ad amare ,per riempirci del tuo amore. Grazie, amen.

Signore, ricordarti di me quando entrerai nel tuo regno. XXXIV Domenica 21 Novembre 2010

Signore, ricordarti di me quando entrerai nel tuo regno. 
  • VANGELO (Lc 23,35-43)

    Signore, ricordarti di me quando entrerai nel tuo regno.

    Dal Vangelo secondo Luca

    In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

    Parola del Signore

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    LA MIA RIFLESSIONE

    PREGHIERA

    Dalla preghiera di colletta:

    O Dio Padre, che ci hai chiamati a regnare con te nella giustizia e nell’amore, liberaci dal potere delle tenebre; fa’ che camminiamo sulle orme del tuo Figlio, e come lui doniamo la nostra vita per amore dei fratelli, certi di condividere la sua gloria in paradiso. Egli è Dio, e vive e regna con te...



    Cristo re!

    Perché re, quando Gesù è venuto si è fatto uomo e non ha cercato il potere sulla terra?

    Perché Cristo vuole regnare, non nel mondo, ma nel nostro cuore.L’ ha fatto intendere chiaramente quando ci ha detto che non dovevamo amare nessuno più di Lui, né la madre, né il padre, né il fratello, né le cose del mondo, né gli altri dei del mondo, come il denaro ed il potere, ma solo a Lui dobbiamo piegarci in ginocchio.

    Noi uomini cerchiamo la gloria,cerchiamodi essere stimati e amati,e rifiutiamo di farlo con l'unico che ha saputo amare infinitamente,sopra ad ogni logica terrena,per obbedire ad un' ESIGENZA D'AMORE.

    Noi siamo veramente piccoli,come il cattivo ladrone che continua ad insultare Gesù,dicendogli:

    -Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi.-

    Non ci credete,vi sembra che non sia così,eppure sono sicura che anche voi come me,avete detto almeno una volta nella vita:-Se Dio c'è,perchè permette questo?perchè non salva il mondo dal male?-

    Attribuire la colpa di tutto a Dio è la cosa che a molti uomini riesce meglio,e questo Gesù lo sa bene,per questo chiede perdono per noi al Padre,e ci perdona con il Padre,per la nostra incapacità di saper capire.

    Questo nostro re non ha un trono visibile ai nostri occhi, ma una croce per trono; è un uomo che poteva fare veramente a meno di tutta quella sofferenza ma l’ha accettata per amore, per la nostra debolezza di saper resistere al male, quest’uomo meraviglioso non chiede di essere seguito per forza, ma per amore, il nostro è il Dio dell’amore universale.

    Cristo non ci chiede di aver paura di Lui, di aver timore di Dio perché ci punirà se sbagliamo, ma di aver timore di perdere tutto quello che Dio rappresenta per noi, tutto quello che Dio ha preparato per noi. Vivere su questa terra non è facile, si può scegliere come vivere mio Signore? A volte si, a volte no, ma quello che conta è non perdere di vista come io voglio vivere, ed io voglio vivere con Te nel cuore, voglio seguire i tuoi insegnamenti, voglio vivere la tua parola che è parola di vita ETERNA.

    Non mi chiedo come sarà il tuo regno, ma ti chiedo la forza per resistere alle tentazioni di allontanarmi dalla tua via, di saper resistere ai soprusi, alle malattie, alle ingiustizie; ti chiedo d’essere la mia forza Signore, perché io sono un granello di polvere dell’universo e Tu sei il MIO RE.

Dio non è dei morti, ma dei viventi.Sabato 20 Novembre 2010 XXXIII settimana

Dio non è dei morti, ma dei viventi.

  • VANGELO (Lc 20,27-40)
    Dio non è dei morti, ma dei viventi.
    + Dal Vangelo secondo Luca

    In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
    Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
    Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

    Parola del Signore
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    LA MIA RIFLESSIONE
    PREGHIERA
    Ti prego Signore,di aiutarmi ad entrare con te nel mistero della vita dopo la morte,per vivere con te la resurrezione così come una figlia di Dio deve riuscire a vivere.

    Questo brano del vangelo sembra difficile ai più,ma io devo dirvi con molta onestà di non aver problemi nel credere all’immortalità dell’anima e alla vita dopo la morte,e questo sicuramente per grazia di Dio.Nonostante questo mi riesce difficile pensare a come sarà la vita nell’aldilà,un po’ come credo che sia per tutti,ma non come per i sadducei, che poiché non credevano nella resurrezione, provocavano Gesù con domande sibilline.
    Chiaramente siamo attaccati alle persone con le quali condividiamo la nostra vita,il nostro cammino sulla terra,e questo ci porta,molto umanamente,a desiderare di poterci ritrovare anche nell’aldilà,con le stesse persone e gli stessi affetti,ma da questo brano si evince che questi sono ragionamenti terreni e che non sarà così;allora mi sembra di capire che l’amore di cui Dio ci darà modo di vivere è qualcosa di molto più spirituale e meno carnale di quello che viviamo oggi;un amore per l’altro come per noi stessi, per la vita di ogni essere vivente come dono di Dio e che quando finalmente avremo la conoscenza della magnificenza del regno che il Signore ha preparato per noi,la gioia di vivere a contatto con tutto questo ci darà delle sensazioni che neanche riusciremmo mai ad immaginare..
    Una cosa che io ho avuto la grazia di sapere è che tutto ha in se la vita,anche quelle cose che per noi hanno qui pochissimo senso,come un filo d’erba o una goccia d’acqua, perché tutto ha in se l’impronta di Dio.

Avete fatto della casa di Dio un covo di ladri.Venerdì 19 NOVEMBRE 2010 della XXXIII settimana

  • VANGELO (Lc 19,45-48)
    Avete fatto della casa di Dio un covo di ladri.
    + Dal Vangelo secondo Luca

    In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
    Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

    Parola del Signore
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    LA MIA RIFLESSIONE
    PREGHIERA

    Il tempio è la casa di Dio,la casa di preghiera per tutte le nazioni,ma Gesù vede che nel suo tempio si fa commercio, che ci sono venditori di colombe, che pensano ai loro interessi invece che al Signore…
    Come sembra attuale questa parola….dopo quello che anche il Papa ha detto….ma come in questa pagina,Gesù verrà,tornerà nel tempio e sbatterà fuori i nemici della chiesa.Come vorrei che si potesse trovare nelle nostre chiese chi insegna a pregare,chi si occupa dei fratelli,chi è disponibile all'ascolto,chi non giudica,chi aiuta gli anziani e i poveri;oggi,eccetto alcune eccezzioni,lachiesa è tutt'altro,ma non dobbiamo avere paura,dobbiamo pregare e credere nella forza dello Spirito Santo,che molti purtroppo sottovalutano.Avere fede….chiedere…implorare il Signore e Lui farà di noi dei coraggiosi Cristiani,pronti a tutto,che saranno in grado di vincere sulle forze del male….ma dobbiamo volerlo e più di tutto accettare che le sue regole sono giuste,che sono per il nostro bene,quindi combattere con tutte le nostre forze e con il Suo aiuto,contro tutto quello che è sbagliato secondo la legge di Dio,non secondo le nostre.

Se avessi compreso quello che porta alla pace! Giovedi 18 Novembre 2010 XXXIII settimana

  • VANGELO (Lc 19,41-44)
    Se avessi compreso quello che porta alla pace!
    + Dal Vangelo secondo Luca

    In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
    «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
    Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

    Parola del Signore
    LA MIA RIFLESSIONE
    PREGHIERA
    Vieni o Spirito di Dio, e illumina il mio cuore e la mia mente, fa che la parola del Signore sia presente in tutto il suo significato, come tu vuoi. Per Cristo nostro Signore.

    Quanta tristezza nel cuore di Gesù, quanto dolore, vedersi rifiutato, vedere che è tutto inutile, che non riesce ad entrare nel cuore degli uomini ed in particolar modo, in quelli del tempio, lo riempie d’angoscia.Non capiscono che non sarà nel tempio costituito tra le mura di Gerusalemme che troveranno la salvezza, perché, come tutto ciò che è materiale, sarà distrutto, ma in quello che sarà costituito dal suo corpo offerto sulla croce che non sarà mai distrutto, ma risorgerà dopo la morte.
    Essere membra di quel corpo, vuol dire vivere con il Signore anche questa sofferenza per i fratelli che sì perdono, che si oppongono a Lui, che non riescono a vivere la salvezza che da Dio c’è proposta.
    Non è rifugiandosi in una chiesa di mattoni che ci salveremo,ma vivendo in comunione con Cristo,e questo dobbiamo tenerlo presente, sempre, perché troppo spesso vediamo atteggiamenti di chiusura alla comprensione e alla carità, proprio da quelle persone che frequentano assiduamente il tempio,e che invece di servire la comunità, amano essere considerati importanti,e questo è sintomo di estrema superbia.
    Certi integralismi degli uomini, hanno allontanato i fedeli a loro affidati, come pecore ai pastori, dal cuore di Dio e non per rispetto al nome del Signore, ma per non voler perdere il potere e non saper vedere con quanto amore Dio è sceso tra i suoi figli e non sentire quanta e quale misericordia c’è nelle parole di Gesù che grazie alla sua chiesa ci sono state riferite dagli evangelisti.
    Mi sembra di leggere questa grande amarezza nel cuore di Gesù, quella di chi parla d’amore, cerca di salvarci e riceve solo ingiurie e ostilità, perché sembra quasi che noi uomini di tutti i tempi, non riusciamo a capire che in quello che il Signore ci dice, non c’è un desiderio di sottometterci al suo nome, ma di elevarci nel suo Spirito.
    Senza di Lui noi siamo preda del nostro nemico, che ci può distruggere e solo con Gesù potremo salvarci, col suo aiuto.Ho spesso davanti agli occhi la scena dei due ladroni crocefissi accanto a Gesù, quello che rifiuta fino alla fine di riconoscere in Cristo il figlio di Dio e muore da solo e quello che salva la sua vita morendo con lui e dicendo semplicemente, ricordati di me, quando sarai in paradiso.


Perché non hai consegnato il mio denaro a una banca?Mercoledi 17 Novembre 2010

Perché non hai consegnato il mio denaro a una banca?
  • VANGELO (Lc 19,11-28)

    Perché non hai consegnato il mio denaro a una banca?

    + Dal Vangelo secondo Luca



    In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.

    Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.

    Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”.

    Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”.

    Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».

    Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.




    Parola del Signore


    LA MIA RIFLESSIONE

    PREGHIERA

    Vieni o Spirito di Dio e illumina la mia mente, metti la tua sapienza al mio servizio, perché io possa servirti.



    Prima di tutto, dobbiamo considerare chi i talenti che il Signore ci mette a disposizione, a volte non sono così chiari neanche a noi stessi, infatti, spesso facciamo della nostra vita un groviglio di cose senza senso, commettendo errori che ci portano a perdere gran parte del nostro tempo a rimpiangere quello che abbiamo perduto ed a commiserarci o arrabbiarci per quello che non abbiamo.

    Cominciamo a capire qualcosa sempre troppo tardi, e ad apprezzarci per quello che siamo, solo se ci guardiamo con gli occhi di chi ci apprezza per le nostre doti, ma spesso sono falsi apprezzamenti, rispetto a false doti.

    Quello che invece in questa parabola si vuole rilevare, è l’aspetto cristiano della cosa, quello che ci fa considerare, anche con nostro estremo disappunto, che noi non siamo niente e non abbiamo niente senza il nostro Dio.

    Diamo per scontato che quello che abbiamo è nostro, che ci appartiene, ma non è vero, è tutto dono di Dio, perché la vita stessa è dono.

    Nella parabola dopo aver distribuito i doni, il nobile parte e lascia i suoi servi da soli per tornare ad esprimere il suo giudizio.Ci chiediamo perché ad ognuno dono diversi, perché a chi più e a chi meno, ma nessuno di noi fa quella che è l’unica cosa giusta da fare: guardare al nostro dono, cercare di far crescere quel seme che il Signore ha messo nel nostro cuore, semplicemente cercando di svilupparlo così come facciamo con tutti i nostri sensi, con tutta la nostra persona.

    Impariamo ad usare la parola, ma non tutto quello che diciamo è uguale, e nessuno se ne meraviglia.

    Abbiamo la vista e sappiamo grazie a questa leggere, ma non tutti sappiamo leggere nello stesso modo.

    Pochi giorni fa leggevo la storia di un grande attore che fu chiamato a leggere una pagina del vangelo e la lesse in modo perfetto, fermandosi nei punti giusti, con la giusta intonazione, ma quando tocco’ al piccolo prete di campagna, alla gente che ascoltava, quella pagina non riempì solo le orecchie, ma il cuore e i sentimenti vibrarono come corde di violino….

    Il piccolo seme di figlio di Dio cresce in noi, cerchiamo di non farlo avvizzire, di non farlo soffocare dalla gramigna, cerchiamo di mettere tutto nelle mani di Dio, cominciando dalla nostra vita, saprà lui come farli fruttare.


Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto. Martedì 16 Novembre 2010

Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto. 
  • VANGELO (Lc 19,1-10)

    Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.

    + Dal Vangelo secondo Luca



    In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.

    Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».

    Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».

    Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».


    LA MIA RIFLESSIONE

    PREGHIERA

    Vieni Spirito Di Dio e fa che la mia mente non sia offuscata dalle mie idee, ma fa che io possa veramente svuotarmi di me stessa per fare posto a quello che Tu imprimi nella mia mente e nel mio cuore.

    Prima che Gesù passasse di lì, Zaccheo era solo un uomo che viveva la sua vita secondo gli schemi del mondo, in fondo come tutti quelli che si sono ben inseriti, che hanno un bel lavoro, che hanno raggiunto un certo benessere e che non guardano tanto per il sottile, pur di raggiungere il loro scopo.

    Era un piccolo uomo che in fondo aveva tutto, ed era riuscito ad apparire soddisfatto, ma evidentemente non era poi così.

    La sua insoddisfazione era latente e si percepisce anche dal fatto che si rende subito conto di dover fare qualcosa per rimettersi in riga, come restituire il maltolto e fare la carità ai bisognosi. A Gesù non è sfuggito al bisogno di pace di Zaccheo, lo ha scorto e lo ha chiamato, ed ecco che tutto quello che contava prima per Zaccheo, non conta più nulla, è disposto a rinunciare a tutto pur di diventare suo discepolo.

    La risposta del Signore è immediata, alla chiamata accorata del pentimento, è la salvezza, che è per tutti i figli di Dio che si smarriscono nel mondo e vogliono essere riaccolti nella casa del Padre, anche per i più ostinati peccatori, perché Gesù è venuto per offrire se stesso per la salvezza di chi si è perduto.







    LA MIA RIFLESSIONE (di Domenica 31 Ottobre 2010)



    PREGHIERA



    Vieni o Spirito Santo nel mio cuore, prendilo e riempilo con ciò che Dio vuole.





    Come spesso mi trovo a ripetere, l’amore di Gesù è veramente singolare, non ha schemi prefissati, ma è veramente a 360°, è per tutti.



    Zaccheo è un uomo che nonostante sia appagato dal suo lavoro che gli rende bene (esattore dei tributi) cerca di nascosto Gesù, forse un po’ per curiosità, forse per gelosia verso chi vede guarito dall’incontro col Signore, ma non vuole essere lui ad andare a chiedere e si nasconde tra le foglie di un sicomoro, come per osservare senza essere visto.



    Ma Gesù lo vede e legge nel suo cuore, perché quello che non è possibile agli uomini, è possibile a Dio e la sua risposta non si fa attendere: - «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua»._Come la trova non importa, sa che è la casa di un peccatore, è il cuore di una persona che non ha certo vissuto un’esistenza pulita, ma a Gesù non importa, non è venuto per i giusti, ma per i peccatori, l’ ha detto tante volte.



    Zaccheo era una strana persone, che in fondo ci somiglia, perché trova giustificazione a tutto quello che compie, anche ai soprusi e alle azioni disoneste, quasi legittimandole, ma di fronte alla luce di Dio, si arrende. Il fatto di sentirsi accettato da Gesù, abbracciato nonostante, come tutti i peccatori, non se ne senta degno, lo riempie di gioia e lo fa capitolare; immediatamente si converte e promette di riparare al male compiuto restituendo il maltolto ed aiutando i poveri


    Quest’uomo ha capito che la vera conversione viene da Gesù e che in lui si resta soltanto vivendo da fratelli, e amando il prossimo così come siamo amati e perdonati dal Signore.



    Mettere immediatamente le nostre scarpe nelle sue impronte per seguire ogni suo passo, per non sbagliare strada, perché Dio ci cerca con amore, ci perdona per amore e non ci giudica, ma ci aiuta a diventare migliori. L’idea che noi abbiamo prevalente di un Dio che giudica è dovuta ai nostri sensi di colpa, verso chi sentiamo come un Padre buono, ma non riusciamo a ricambiare e sappiamo di non meritare. LA MIA RIFLESSIONEPREGHIERAVieni o Spirito Santo nel mio cuore, prendilo e riempilo con ciò che Dio vuole.Come spesso mi trovo a ripetere, l’amore di Gesù è veramente singolare, non ha schemi prefissati, ma è veramente a 360°, è per tutti.Zaccheo è un uomo che nonostante sia appagato dal suo lavoro che gli rende bene (esattore dei tributi) cerca di nascosto Gesù, forse un po’ per curiosità, forse per gelosia verso chi vede guarito dall’incontro col Signore, ma non vuole essere lui ad andare a chiedere e si nasconde tra le foglie di un sicomoro, come per osservare senza essere visto.Ma Gesù lo vede e legge nel suo cuore, perché quello che non è possibile agli uomini, è possibile a Dio e la sua risposta non si fa attendere: - «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua»._Come la trova non importa, sa che è la casa di un peccatore, è il cuore di una persona che non ha certo vissuto un’esistenza pulita, ma a Gesù non importa, non è venuto per i giusti, ma per i peccatori, l’ ha detto tante volte.Zaccheo era una strana persone, che in fondo ci somiglia, perché trova giustificazione a tutto quello che compie, anche ai soprusi e alle azioni disoneste, quasi legittimandole, ma di fronte alla luce di Dio, si arrende. Il fatto di sentirsi accettato da Gesù, abbracciato nonostante, come tutti i peccatori, non se ne senta degno, lo riempie di gioia e lo fa capitolare; immediatamente si converte e promette di riparare al male compiuto restituendo il maltolto ed aiutando i poveri.Quest’uomo ha capito che la vera conversione viene da Gesù e che in lui si resta soltanto vivendo da fratelli, e amando il prossimo così come siamo amati e perdonati dal Signore.Mettere immediatamente le nostre scarpe nelle sue impronte per seguire ogni suo passo, per non sbagliare strada, perché Dio ci cerca con amore, ci perdona per amore e non ci giudica, ma ci aiuta a diventare migliori. L’idea che noi abbiamo prevalente di un Dio che giudica è dovuta ai nostri sensi di colpa, verso chi sentiamo come un Padre buono, ma non riusciamo a ricambiare e sappiamo di non meritare.




Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo! Lunedi 15 Novembre 2010 XXXIII

Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo! 
  • VANGELO (Lc 18,35-43)
    Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo!
    + Dal Vangelo secondo Luca

    Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».
    Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
    Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
    Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

    Parola del Signore
    La mia riflessione
    Preghiera
    O Dio che mi ha voluto in questo mondo, per partecipare alla vita, fa che io possa sempre camminare al tuo fianco e che mi lasci condurre sempre e solo dal Tuo Santo Spirito.Per Cristo nostro Signore. Amen.
    Voglio seguirti Signore, dammi la mano, guidami se io sono cieca, fa che io sappia sempre riconoscere la tua mano che mi guida e non mi lasci condurre da chi mi tira da tutte le parti.
    Spesso siamo costretti a gridare: dove sei Signore?Vieni a salvarmi, perché ci sembra che Dio ci perda di vista, ma siamo noi che non riusciamo a vederlo, noi che passiamo sotto alla croce come se la cosa non ci riguardasse, noi che non vogliamo condividere il dolore, ma solo la gloria.Eppure la gloria passa dalla croce, e se io sono così fortunata di sentire che la mia è leggera, voglio gridare ancora Gesù, per la croce di quei fratelli che sembrano soccombere sotto al suo peso.Siamo ciechi se siamo insensibili al dolore dei fratelli, se non sappiamo aiutare chi si sta facendo trascinare verso la perdizione.Essere cristiano, vuol dire essere corpo di Cristo, non mi stancherò mai di ripeterlo, quindi tutti siamo indispensabili gli uni agli altri, per far vivere questo corpo, e tutti dobbiamo fare la nostra parte, come se fossimo dei piccoli medici che sanano le parti ferite e la medicina è la nostra preghiera, che se urlata con la voce del cuore, arriverà al Signore.Amiamo fratelli, amiamo chi è lontano, chi sbaglia, chi non sa perdonare, chi ha il cuore ferito, chi non conosce il Signore; amiamo e chiediamo al Signore di donare anche a loro la fede, amiamo e con amore sincero andiamo controcorrente e cerchiamo di combattere contro l’indifferenza, ma di saper aiutare nel bisogno i fratelli invece di mettere a tacere la nostra coscienza, cerchiamo di saper ascoltare più che parlare, cerchiamo di sentirci tutti parte dello stesso corpo.
    Fa questo per me Signore mio,fa che io veda!


sabato 13 novembre 2010

Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.


VANGELO (Lc 21,5-19)


Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

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LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

O Santo Spirito,luce portentosa che mi assisti,ti prego di dimorare in me e di parlare con me della parola del Signore,fammela entrare nel cuore e fammela sentire in tutta le sue sfaccettature.



Essere cristiani non sembra veramente facile,non mi sembra neanche che ci si possa fidare di chi dovrebbe guidarci,almeno non di tutti ,perchè a volte ,forse per troppo zelo,chi ci dovrebbe condurre,finisce con lallontanarci.

Non voglio dare la colpa di questo solo alla chiesa,intesa nel senso della parte ecclesiale (non so neanche se si dice esattamente così) anche noi fedeli siamo troppo intolleranti,troppo critici,troppo permalosi e questo crea delle incomprensioni enormi.

Pensiamo alla fine del mondo ed in qualche modo,mentre lo facciamo,speriamo che venga,ma solo per gli altri,solo per i cattivi ,ergendoci a giudici e, forse inconsapevolmente, sbagliamo anche noi.

Gesù ci avverte che non avremo vita facile come cristiani,quindi ,io credo che invece di giudicare,dovremmo stare attenti a non cadere in trappola anche noi.Non è facile essere veri cristiani,andare avanti con fede mentre tutti vanno controcorrente,è molto più facile sbagliare.

Pensando a Pietro che rinnegò Gesù per paura,penso che se avessimo la possibilità di scegliere in molti faremmo come lui,e poi penso che a molti non è stata data la possibilità di scegliere....le scelte che facciamo nella vita, dovrebbero in linea di massima essere per sempre,ma sembra che gli uomini cambino idea molto spesso.Signore accresci la nostra fede,dacci la forza di essere CRISTIANI senza tregua,infiammaci d'amore,fa che non indietreggiamo mai davanti alle scelte che la fede ci impone,come non hai indietreggiato tu davanti alla croce.

Ci sono dei posti sulla terra in cui gli sconvolgimenti vengono definiti naturali,altri in cui le guerre distruggono tutto,ed altri ancora in cui si uccide in nome di un Dio che inorridisce ad essere chiamato in causa ,ma quello che io vorrei invitare voi e me stessa a fare,è cercare di conquistare e di difendere la pace nel nostro cuore,perchè è da qui,da questo piccolo posto che si può ricominciare ad avere speranza.parlare della pace del mondo è un'utopia,se non siamo capaci per primi a difenndere la pace nel nostro cuore,anche verso il fratello che ci colpisce o ci offende.Oggi sentivo il telegiorale,la mamma della piccola Sara Scazzi,che diceva di essere cristiana e di non portare odio,ma di non poter perdonare,perchè ci sono dei passi necessari per il perdono.Con tutta la tenerezza che provo per la signora Concetta,vorrei riflettere sul fatto che il pentimento è una cosa che può richiedere Gesù,non noi uomini;noi dobbiamo essere capaci di perdonare anche se l'altro non è pentito,perchè non sta a noi giudicare se degno o no di perdono.Gesù ci ha redento dal peccato,e essere cristiani vuol dire anche questo,lasciare che sia lui a giudicare chi è degno o no di perdono,a lui che sa leggere nel cuore di ognuno di noi.Rimetti a noi i nostri debiti,come noi li rimettiamo ai nostri debitori.

Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.

.Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.
VANGELO (Lc 18,1-8)

Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Parola del Signore

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la mia riflessione

preghiera

Vieni o Spirito di sapienza,a illuminare la mia mente rivolta al Signore e non mi abbandonare mai.

Gesù insiste sulla necessità di pregare e questo non è comprensibile a mio avviso,se una persona non lo prova,se non sa che cosa significa immergersi nella preghiera,fare della stessa il sottofondo musicale della tua giornata.

Una volta Gesù disse che dobbiamo tornare come bambini,ed io vorrei che veramente guardassimo i bambini,quando vogliono ottenere qualcosa,con quanta passione ce la chiedono,con quanta insistenza,e a volte noi li accontentiamo per stanchezza,come fece il giudice della parabola che Luca ci racconta.Ma il nostro giudice non è corrotto,non è annoiato,nè ingiusto,il nostro è un giudice retto e giusto e ci ama,quindi nelle sue decisioni non potremo trovare altro che amore,altro che il nostro bene.A volte non riusciamo a riconoscerlo,ma se abbiamo fede sapremo capire e sapremo fidarci di lui.

COSI' ACCADRA' NEL GIORNO IN CUI IL FIGLIO DELL'UOMO SI MANIFESTERA'

Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà
VANGELO (Lc 17,26-37)
Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot.
Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.
Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».

Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Vieni o Santo Spirito e illumina il mio cure e la mia mente.Fa che oggi parola del Signore mi diventi chiara alla luce della tua sapienza,per Cristo nostro Signore. Amen.

Gesù continua a richiamare la nostra attenzione al momento in cui verrà il suo regno,ma non lo fa cercando di addolcirci la pillola,perché tutte le sue parole sono già un avvertimento,e non dobbiamo pensare di dover cercare i segni e gli avvertimenti,ma dobbiamo invece cercare di essere pronti in qualunque momento ,per quel giorno,perché è questo che conta e da questo dipende la nostra salvezza.
L’esempio che ci fa Luca è molto chiaro,Lot è stato avvisato dall’angelo che avrebbe distrutto quella città che era dedita al vizio e al peccato,come ai tempi di Noè facevano gli abitanti della terra,e dice a Lot come fare per mettersi in Salvo.Pone il punto sul fatto di non avere desideri per le cose terrene,né rimpianto per una vita smodata,né curiosità su come e quando verrà quel giorno ,ma attenzione a non pensare di essere giusti e di non aver bisogno di mantenere salda la nostra fede,perché sarà facile cadere se non sapremo mantenere vivo il nostro amore per il Signore,se non sapremo morire a noi stessi e vivere in Cristo Gesù.


venerdì 12 novembre 2010

prima di cominciareSTORIA BELLISSIMA DI UN MALATO DI SLA CHE CI INSEGNA A VIVERE

http://www.facebook.com/note.php?note_id=174713976418


Prima di cominciare a scrivere qualcosa, vi voglio mettere al corrente di un dato importante: io non so scrivere; non l’ho mai fatto se non per un mio libero sfogo, né ho mai pensato che a qualcuno potesse interessare quello che scrivevo, ma stavolta è diverso.

 Da tanto tempo mi chiedo qual è lo scopo per il quale il Signore mi ha voluta su questa terra;io credo in Dio,lo amo con tutte le mie forze,penso che ci sia tra me e lui un rapporto quasi famigliare,ma non è importante per la stesura di questo lavoro,è fondamentale invece il fatto che se non sentissi che questo  è il mio scopo nella vita ,non vi avrei imposto il sacrificio di leggere queste righe.

Oggi il progresso ha creato un fenomeno inafferrabile che è internet,con tutti i suoi risvolti,un filo immaginario lungo il quale camminano tutte le informazioni del mondo,basta collegarsi e sei in comunicazione con chi vuoi.Io fino a tre mesi fa,ero stata immune da questa malattia, ma per un puro caso sono stata contagiata. Mia figlia di 23 anni usciva da una disavventura sentimentale durata sei lunghi anni,e dato che per tutto questo tempo era stata un pò isolata dagli amici e dal resto del mondo,ho deciso di regalarle un computer portatile per andare su facebook come facevano tante persone che lei conosceva,alcuni delle quali,dall’altra parte del mondo e dato che né io né lei avevamo una grande cognizione di come funzionasse il sistema, ci siamo messe insieme per aprire questo benedetto account. Era carino,ci si potevano mettere le fotografie e poi c’erano tanti link che facevano ridere; Voi mi direte: che c’è di strano?!?! Fin qui niente, ma seguitemi e capirete….. Un giorno mio marito disse:_guarda un po’ se su facebook c’è Fausto Patrizi?!?! Era un suo amico di infanzia,di cui non aveva più notizie.

Digitai quel nome e mi apparvero un pò di profili, alcuni con foto, altri senza; li aprii tutti , fino a che ne trovai uno senza immagine,che, tra le informazione accennava al lavoro nei supermercati,forse era lui, mio marito si ricordava che aveva aperto una di queste aziende a Fano, nelle Marche, così gli mandai un messaggio chiedendo se era lui il Fausto Patrizi che conosceva mio marito. Il giorno dopo, nella posta di facebook, trovai la sua risposta affermativa e cominciammo a mandarci piccoli messaggi, poi lui mi scrisse una cosa “strana” che io ,lì per lì, non capii bene, ma che mi mise in allarme. Mi disse:_ “Vi scrivo con gli occhi, vi leggo col cuore”.

Gli chiesi il suo numero di telefono per parlarci a voce, e fu a quel punto che mi informò che era malato di S.L.A (sclerosi laterale amiotrofica), ma me lo disse in un modo…come se fosse la cosa più naturale del mondo, ricordo perfettamente le sue parole, perché le ho lette e rilette fino a che non mi sono rimaste stampate nel cuore

-Purtroppo Faustino non sono in grado di telefonare, mettiti seduto,ti racconto un po’ di me, della mia storia. Sai in questo momento sto scrivendo con gli occhi, sono uno dei pochi fortunati che sono malati di S.L.A, sono fortunato perché ho vissuto a mille, dopo il fallimento dei miei genitori con la lavanderia abbiamo passato momenti difficili, poi finalmente finito di pagare i debiti, mi sono trasferito a Fano.In 20 anni sono riuscito ad aprire diverse societa’,sei supermercati,tre punti vendita di telefonia ed un ristorante,tutte attività che erano fallite non senza difficoltà.Ho dovuto combattere con commercialisti e avvocati,ma ho sempre vinto;te lo immagini il tuo amico con la quinta elementare che è riuscito in questo?
Ho tre figli,una moglie impagabile,perché molte impazziscono con un malato nelle mie condizioni,sono paralizzato,respiro con una macchina,per mangiare ho un cannello nello stomaco,e quando dico paralizzato è perché muovo solo gli occhi.Sono comunque felice,mi devi credere,sono in pace,forse ho lavorato troppo;spero di non averti avvilito.

 

che si chiama anche lui Fausto,è più piccolo e quindi Faustino.Il suo carattere gioioso,viene fuori,nonostante tutto,quando parla dei ricordi d’infanzia,delle pazzie fatte insieme da ragazzi ,quando si divertivano con poco,una macchina scassata,una tenda e tanta voglia di avventura. Lui  era il più socievole, il più simpatico tra tutti gli amici di mio marito, aveva sempre voglia di scherzare,aveva un cuore enorme, sempre pronto ad aiutare tutti. Mi raccontò della sua vita, del fatto che il lavoro lo aveva assorbito completamente; per caso, si era trovato nel 1995 ad aiutare cinque suoi colleghi che erano sull’orlo del fallimento con i loro supermercati e che dovevano alla CONAD centinaia di milioni, e che con la sua gestione si erano risollevati e passati in attivo in soli cinque anni,un vero miracolo. Mi raccontò di come nel 1990 entrò a far parte del cammino neocatecumunale della parrocchia di S. Marco di Fano, per seguire uno dei figli,Flaviano, che era molto credente per capire e magari per cuor suo allontanare questo figlio dalla chiesa, perché tante cosa allora non le capiva.

Eppure già fino a li si poteva vedere come in Signore stesse lavorando su di lui, già da come, figlio di un fallimento, aveva imparato a lottare, pur nella sua semplicità , con avvocati e commercialisti, tanto da diventare bravissimo.

La malattia cominciò a manifestarsi nel 1999,dieci anni fa, quando era in piena attività, ma lui non dava importanza alla cosa, non riusciva più a fischiare alla pecoraia quando rientrava a casa come faceva sempre, era sempre più stanco, ma non si voleva fermare  neanche per il tempo di andare a fare le visite necessarie. Ma poi arrivarono le prime difficoltà di parola, ed Elena, la moglie, una donna dolcissima ma ferma e risoluta, lo portò quasi di peso dall’otorinolaringoiatra per una visita specialistica. Quest’ultimo gli disse di consultare un buon neurologo, e lui ci rise su.Pensava che il neurologo era il medico dei matti,ma non disse nulla. Il giorno di ferragosto del 2000, lavorava ed era l’anniversario del suo matrimonio, aveva preparato per festeggiare in un bel ristorante.Ama moltissimo Elena, ma come tutti gli uomini, pensa di aver tanto tempo per dimostrarglielo, e magari rimanda, una cena, un regalo, un abbraccio, ma Elena , è una donna solida, non si preoccupa di questo e prosegue nel suo operato di moglie affettuosa e madre esemplare senza preoccuparsi se suo marito è sempre al lavoro e se un po’ la trascura; lei non si annoia davvero con tre figlioli, e poi c’è questo gruppo neocatecumenale con il quale continuano a studiare la Bibbia e a credere nella fede. Ma Elena è pratica, e dopo il ristorante, tirò fuori un borsone con della biancheria che aveva preparato di nascosto e lo accompagnò in ospedale  a Pesaro, nel reparto di neurologia, dove con un elettromiografia e un sacco di esami gli venne diagnosticata la malattia degenerativa.

Il responso fu terribile,praticamente l’aspettava la morte,piano piano si sarebbe paralizzato del tutto,fino a diventare come un burattino senza fili, fino a che non sarebbe stato più in grado di respirare ed allora, avrebbe potuto essere attaccato,sempre se si faceva in tempo, ad un respiratore artificiale.

Faustone non era una persona istruita,nel senso corrente della parola, se per istruzione si intende scuola, diploma ecc. ecc. ma la vita gli aveva insegnato tanto, così appena tornò a casa si mise davanti al computer e lesse tutto quello che c’era da sapere sulla malattia.

La botta fu tremenda, e ancora non si rendeva conto bene di  niente, quello che aveva saputo e che gli girava per la testa ,era solo che avrebbe avuto al massimo tre anni di vita davanti  a se. Piangeva e cercava di ragionare, ma i pensieri si accavallavano nella mente, creando solo una grande confusione..Tutto questo aveva un nome: disperazione; e quando la bestia ti prende, non ti permette di ragionare lucidamente e tutto diventa ancora più difficile.

Non era solo, ma si sentiva addosso tutto il peso della sua malattia, come se tutto dipendesse da lui. L’unica cosa che fece lucidamente, fu prendersi un periodo di ferie e andare via con Arianna, la più piccola, la luce dei suoi occhi, per cercare di spiegarle cosa sarebbe successo.

Ma come spiegare quello che sarebbe accaduto veramente, se nemmeno lui lo sapeva,per sommi capi poteva dirle che si sarebbe paralizzato,che non avrebbe potuto accompagnarla nella vita come avrebbe voluto, le fece le “raccomandazioni di rito”: fai la brava, aiuta la mamma, stai attenta ai ragazzi, trovane uno bravo e sposati, non frequentare i, e invece il tempo era tiranno, ne aveva troppo poco e faticosamente cercava di dire tutto e subito.

Intanto Elena iniziava ad acquisire consapevolezza su cosa volesse dire combattere contro la S.L.A , vivere nella paura che tutto potesse precipitare da un momento all’altro, dover prendere in mano le briglie e condurre la situazione, sempre con il sorriso sulle labbra.

Per fare un grande uomo,ci vuole una grande donna,si dice sempre così,ma credo che non sia mai stato indicato come in questo caso,quella piccola donna fragile,ma risoluta,sembra diventare ogni giorno più forte,certamente  grazie alla preghiera il Signore sembra darle sempre le armi necessarie.

Lei si rivolge a Lui,prega continuamente ,condivide con il gruppo dei neocatecumeni la sua avventura,e la Madonna la protegge con tutta la sua famiglia sotto al suo manto.Fausto peggiora e si dispera,non vuole essere di peso,vuole morire,ci prova in tutti i modi;lo chiede a Ivano,il figlio più lontano dal Signore,ma neanche lui se la sente di assecondarlo,non poteva  chiedergli una cosa del genere,non se lo sarebbe mai potuto perdonare,forse lo capiva,ma non ce la faceva proprio,quel padre che si sentiva inutile in fondo non lo era,era importante per la  sua famiglia,lo amavano al di la di tutto,della malattia ,degli sforzi fisici che dovevano fare per trasportarlo con la carrozzina,per aiutarlo nelle pulizie quotidiane,la vita di tutti loro sta cambiando,ma piano piano,ogni giorno,si affrontava tutto insieme.

Ogni tanto riaffiorava il desiderio di farla finita,si vergognava per questo,perché sapeva in cuor suo che era sbagliato,ma sentiva così pressante quella situazione che cercava in tutti i modi di sfuggirla;ancora una volta il ruolo di Elena diventa fondamentale nella storia.quando sembrava che non ci  pensasse più,che si fosse messo il cuore un pace,ha l’occasione di restare solo con lei e ci riprova,ma Elena oltre ad essere contro ogni forma di violenza,è anche una donna di fede e gli parla con dolcezza e trova le parole giuste per dissuaderlo.Gli parlò dell’educazione che avrebbe dato ai figli  con un gesto del genere,che cosa voleva insegnarli?Ad arrendersi e a fuggire  di fronte alle difficoltà,voleva che pensassero di lui che era un vigliacco e che  se non gli riusciva di affrontare qualcosa ,avrebbero potuto togliersi la vita come il padre?

La fede della moglie lo contagiò,comincio’ ad accettare la malattia ed il destino avverso e a pregare in maniera diversa,non chiedeva più al Signore di liberarlo della croce,gli chiedeva aiuto per sopportarla e questo aiuto arrivava puntuale,come Gesù aveva promesso:”chiedi e ti sarà dato”tutto stava nell’imparare a pensare come Gesù e non a pretendere che sia Gesù a pensarla come noi.La forza che gli viene dall’amore per Gesù,sembra già arrivata al massimo,quando arriva al crisi respiratoria che lo sta per portar via,anzi lo porta via!

Le  parole che usa per descrivermi l’avvenimento sono gioiose,se penso quanto deve essere strano per lui aprirsi in questo modo con me,ma tra noi ormai si è stabilito un contatto spirituale,e sembra che ci conosciamo da anni.Ancora una volta mi rendo conto che la chiave di lettura di questo rapporto è tutta nell’amore di Dio,io prego per lui,senza vergogna,nonostante la mia timidezza,scrivo nella posta che gli invio le preghiere più belle e semplici che mi escono dal cuore,cerco di capire la sua sofferenza,di incutere in lui la forza che sento a volte può mancargli,ma poi sono io che ne acquisto da lui,ogni volta.

E così mi racconta di quando è andato di là e me lo dice con queste semplici e splendide parole:

-Ciao bella,finalmente è finito il dolore agli occhi e posso scrivere di nuovo,bellissime parole quelle che mi hai scritto,mi sono state di conforto;tu hai voluto con queste parole,donarmi un angolo del tuo cuore,grazie.So benissimo che non c’è bisogno di ringraziare un cuore che si dona,però è più forte di me perché bene o male,vivi la mia sofferenza,ma devi sapere che dopo la mia morte fisica e la rinascita io non ho più dolore,quello vero,dell’esistenza;non mi pongo più quelle domande che l’uomo si pone dalla notte dei tempi,io le ho vissute e credimi,è meraviglioso!
La luce che avvolge le anime è indescrivibile,senti solo la felicita’,siamo soli con Dio,soli e insieme ad altre anime.E’ tutto vero sai,siamo parte del creato e le anime dell’universo devono ricomporsi in Dio,come se Dio ci ha donato un po’ di Sé,almeno quando andiamo in viaggio,non ci perdiamo.Cara Lella ,io da allora non vedo l’ora di rifare quel viaggio,non sono un vigliacco,

ma so ciò che ci attende;le sofferenze fisiche non mi spaventano più,certo so che ne soffriranno i miei famigliari,anche se sono credenti,in fondo in loro qualche dubbio resta,ma io so solo che non ho dubbi,col cuore gonfio di gioia ti auguro di non avere dubbi,c’è Lui,c’è Dio e non ci manda croci che non possiamo sopportare,lo ha fatto con me,aveva solo questo modo per farmi credere,io come Tommaso,mi ha fatto toccare con mano.-

Rispondo:

-Io non ho paura,non ho dubbi,ho ricevuto dal Signore la grazia di avere la certezza  che Lui c’è,mi ha dimostrato tante volte la sua onnipotenza,il suo amore,la meraviglia di ciò che ha creato,quegli ingranaggi della natura così intersecati tra di loro,come ingranaggi di un’unica macchina che fa girare il mondo.So che tante cose non le possiamo capire,ma mi dico sempre che se accadono,ci sarà un motivo,ora a noi sconosciuto,ma forse solo per colpa nostra,perché credo che se riuscissimo ad isolarci nella preghiera,saremmo così vicini a Lui da poter addirittura entrare in contatto con il paradiso,lo credo veramente,a volte sono tentata dalle filosofie orientali,tipo Reiki o Joga,che ti permettono di isolarti e concentrarti meglio,ma poi mi dico che sono solo una stupida pigra,che basterebbe che mi concentrassi un po’ di più nella preghiera,che facessi più posto al Signore,ma la perfezione non mi appartiene.-

Io gli parlo di tutto,delle nuove amicizie,fatte su internet,di quanta gente triste  ho incontrato,la vita per molta gente è difficile,spesso si sentono soli e disperati,e allora lui mi dice che è fortunato,perché a una famiglia favolosa,che gli sta vicino,ed io confermo,è vero noi siamo fortunati!Io non so cosa vuole da me il Signore,ancora non l’ho  capito,certo è che ho una certa predisposizione nell’aiutare gli altri,forse perché la vita non mi ha regalato niente,ho sofferto veramente tanto,certe volte mi sembra quasi assurdo che sia successo tutto a me.Ricordo che una volta, ero molto giovane,e piangevo disperata,quando mi si avvicinò un amico,che per quanto faccia non riesco a ricordare chi fosse,e mi piace pensare che fosse un angelo.Mi disse che la vita

non andava guardata tutta insieme ,ma vissuta giorno per giorno…un po’ come una grande e difficile espressione matematica,che a prima vista  poteva sembrare impossibile,ma che poi si svolgeva mettendo insieme le quattro operazioni +,-,x e : che tutti sappiamo fare,e questa è diventata un po’ la mia filosofia di vita. Eppure mi risuonano quelle parole nel cervello:_E’ vero che siamo parte del creato e le anime dell’universo devono ricomporsi in Dio,come se Dio ci abbia donato un pò di lui, almeno quando andiamo in viaggio non ci perdiamo”.

Mi chiedo quanto io sia in grado di capire questa frase, vorrei scomporla, analizzarla per guardare parola per parola, e poi tornare indietro ed entrare nelle righe, ma poi la vedo, la leggo tutta come se si fosse dispiegata davanti ai miei occhi, siamo figli di Dio, siamo tutti parte delle stesso corpo divino ecc perché dobbiamo amarci, perché dobbiamo amare il Padre nostro,perché se dalle parti dello stesso corpo si mettono in contrasto tra loro,il corpo non può funzionare bene, come se un sassolino si frappone tra gli ingranaggi; ecco perché Lui ci ama cosi tanto da donarci il suo figlio prediletto in sacrificio per salvarci. Dio è il creatore, ama la natura prima del creato, il resto è tutto conseguente. Questo sulla terra è un viaggio, torneremo al Padre e se ci comporteremo con giustizia e amore, se sapremo essere degni di chiamarci figli di Dio,potremo accedere al paradiso e alla nuova vita che Lui ha predisposto per noi.Gesù ci ha dimostrato che lo possiamo fare,che dobbiamo solo fare una scelta tra il bene e il male e mantenerci saldi fino in fondo,tenendo presente che quello che sarà il risultato della nostra scelta,sarà per l’eternità’.Io non cerco di andare oltre,anzi forse ho già pensato troppo,d’altronde anche Fausto prima non credeva del tutto,come posso fargli capire che io non ho dubbi e che in fondo questa mia fede mi porta a non desiderare di conoscere i dettagli.C’era un periodo in cui mi facevo tante domande,in cui contestavo ,ma forse mai ho contestato Dio.

Da quello che gli scrivo,Fausto  mi dice che ho una fede che mi fa volare,ma poi quando gli racconto che in fondo vivo come tutti,ho le mie piccole beghe in famiglia con mio marito e mia figlia,lo sento sorridere,sa che faccio un po’ di casino ,ma poi mi passa,e mentre mi incita a mantenere la calma,lo sento sorridere perché già sa che l’ho già fatto.

La cosa più strana di questa amicizia,e’ che  mio marito è uno di quelli che staccherebbe la spina,ed è convinto di questo,tanto che quando si parlava del caso di Eluana Englaro mi ci facevo tante di quelle litigate,perchè naturalmente io non ero d’accordo,tanto che dico sempre a tutti che se toccasse a me essere attaccata a una macchina,non vorrei che mi staccassero la spina,solo Dio può decidere se devo vivere o morire.

Fausto è la prova che una persona è viva nonostante il suo corpo non risponda più,anzi,quando gli ho detto che avrei cercato di raccontare la sua storia,per far capire questi concetti ,ne è stato contento,gli ho chiesto se il titolo “prigioniero del mio corpo “ gli piaceva e lui mi ha risposto che prima era prigioniero del sistema ora è libero!

GRAZIE FAUSTO!

giovedì 11 novembre 2010

SEMI DA COLTIVARE

Una notte ho sognato che sul corso principale era stata aperta una nuova bottega, con l'insegna: Doni di Dio. Entrai e vidi un angelo dietro al banco. Meravigliato chiesi. Che vendi angelo bello? Mi rispose: "Ogni ben di Dio!" "Fai pagare caro?" "No, i doni di Dio sono tutti gratuiti." Contemplai il grande scaffale con le anfore d'Amore; flaconi di Fede; pacchi di Speranza; scatole di Salvezza... e così via. Mi feci coraggio e poiché avevo un immenso bisogno di tutta quella mercanzia, chiesi all'angelo: "dammi un bel po' d'Amore di Dio, tutto il Perdono, un cartoccio di Fede e Salvezza quanto basta!" L'angelo gentile mi preparò tutto sul bancone. Ma quale non fu la mia meraviglia, vedendo che di tutti i doni che avevo chiesto l'angelo mi aveva fatto un piccolissimo pacco, grande come il mio cuore. Esclamai: "Possibile? Tutto qui?" Allora l'angelo solenne mi spiegò : "eh si, mio caro, nella bottega di Dio non si vendono frutti maturi, ma soltanto piccoli semi da coltivare...."

briciole di Vangelo:giovedì 11 novembre 2010 VANGELO (Lc 17,20-25) Il regno di Dio è in mezzo a...

briciole di Vangelo: VANGELO (Lc 17,20-25) Il regno di Dio è in mezzo a...: "Il regno di Dio è in mezzo a voi. Giovedi 11 Novembre 2010 San Martino di Tours La Liturgia di Giovedi 11 Novembre 2010 (Le Letture sottorip..."